domenica 29 maggio 2011

Le trame nere degli antifascisti locali

Maganzini e la presenza «variegata» alle elezioni del segretario Pd


«Il populismo berlusconiano ha contaminato l’opposizione»



RIVA. Una settimana fa Giovanni Santoni veniva eletto segretario del Partito Democratico di Riva con 147 preferenze su un totale di 248 votanti, tra i quali c’era anche Alberto Maganzini, rivano noto per le sue battaglie ambientaliste, che firma la lettera che segue.

«Sabato scorso in Rocca, nell’assemblea a cui partecipavo per l’elezione del nuovo segretario e del direttivo del Partito Democratico, c’era di che restare sbalorditi. Colpiva innanzitutto l’ affluenza di persone che a centinaia assiepavano il cortile e la sala di riunione. Questo dato era già di per sé piuttosto insolito per un’elezione di Circolo e per un partito che in zona non è mai stato trionfatore. Ma ad uno sguardo più attento si poteva notare come la folta componente dei presenti-votanti fosse davvero la più variegata che si possa immaginare. Si andava, fra gli altri, dai soliti “aficionados”, come chi scrive, a un nutrito gruppo di tesserati coop e a professionisti, avvocati e architetti di varia estrazione. Operai e studenti pochi o punti. Quello che più colpiva però era la presenza di persone notoriamente di destra e addirittura di alcuni esponenti di CasaPound (!). Mi chiedevo, da modesto sostenitore di sempre, quale fosse la ragione di tanto “appeal”. Mi chiedevo se fosse in atto il solito trasformismo italiota da parte di coloro che, visto l’esito delle elezioni in zona dell’anno passato e annusato il vento che spira nelle recenti amministrative nazionali, sono prontamente passati, senza tanti scrupoli, da fedeli italo-forzuti o addirittura neo-fascisti, a “sinceri” democratici. L’amara riflessione che facevo era che il populismo berlusconiano, che da quasi 20 anni ha impoverito e imbarbarito in ogni senso il Paese e la politica in generale, è alle corde, ma il suo “modus operandi”, fatto soprattutto d’affarismo e clientelismo, ha inesorabilmente contaminato anche parte della mentalità dell’opposizione. Ed ecco allora chiarito il dubbio su tanto consenso. Persone che non solo non hanno mai partecipato della sinistra, ma neppure contribuito a un dibattito o ad un confronto politico vero sui destini della Busa, si mettono in coda, più o meno cooptati, per votare segretario e dirigenza di un partito che fino a ieri denigravano. Persone che nulla avrebbero da spartire con gli ideali(non le ideologie..) che dovrebbero guidare anche in zona una autentica formazione riformista, si scoprono di colpo sostenitori di quelle stesse istanze che poco prima deprecavano. Com’è spiegabile un’inversione tanto rapida se non in una prospettiva di pura convenienza e quindi di rinnovato clientelismo..? Temo che le risposte a tali interrogativi resteranno inevase. Per quanto mi riguarda resto a guardare se potrò ricredermi del mio motivato scetticismo e se il partito in zona saprà col tempo darsi un’identità chiara, rompendo in primo luogo definitivamente con certe prassi nefaste che dovrebbero da tempo appartenere al passato.»

Il Trentino

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CASAPOUND, RISPOSTA ALLE ACCUSE DI ALBERTO MAGANZINI


Riva del Garda, 28 maggio – In risposta alle affermazioni del signor Alberto Maganzini apparse oggi su “il Trentino” a proposito delle elezioni del segretario locale del Partito Democratico, interviene la locale sezione di CasaPound Italia.

“Vogliamo tranquillizzare il signor Maganzini a proposito delle trame e dei complotti di cui si ritiene d'essere stato testimone, durante l'elezione dei vertici locali del Partito Democratico - scrive in una nota il responsabile provinciale di CasaPound, Alessandro Marocchi -Nessun esponente della nostra associazione era presente all'elezione di Giovanni Santoni, quindi trattasi probabilmente di un caso di allucinazione del signor Maganzini, persona tra l'altro che non conosciamo e di cui non abbiamo mai sentito parlare”.

“Siamo certi che non vi sia stata malafede nel citare a sproposito la nostra associazione, solo per una questione interna al PD, di nuovi vertici poco graditi. Sarebbe veramente inelegante dichiarare falsità sulla presenza di determinate persone, solo per sostenere una propria posizione. Nessun militante di CasaPound si è tesserato per votare Santoni, stringendo in cambio sinistri accordi sottobanco perché così conviene. Non ne abbiamo interesse, non avremmo neppure motivo di farlo, questo non significa che saldi nella nostra identità, non siamo invece sempre aperti ad un sereno confronto con tutti sui temi della nostra città”.

“E' evidente che è invece il Partito Democratico ad avere bisogno di chiarimenti e le sue recenti spaccature interne sono emblematiche di un sintomo di disagio dei suoi componenti – conclude Marocchi - Se il signor Maganzini non trova coerenza nel suo partito, che di ambientalista oramai ha solo l'ulivo nel simbolo, lo invitiamo ad evitare prudentemente i colpi di sole nelle giornate di maggio”.



Alessandro Marocchi
Responsabile Provinciale CasaPound Italia

casapoundriva@yahoo.it


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