Roma, 13 dicembre - ‘’Gianluca Casseri era un simpatizzante di
CasaPound Italia, come altre centinaia di persone in Toscana, e altre
migliaia in tutta Italia, alle quali, come del resto avviene in tutti i
movimenti e le associazioni e non solo in Cpi, non siamo soliti chiedere
la patente di sanità mentale. Casseri non era un militante della nostra
associazione, frequentava talvolta la sede di Pistoia e non abbiamo
motivo per tenerlo nascosto. Oggi si è consumata una immane tragedia
della follia, e quattro persone sono morte senza motivo, ma se è
avvenuta vogliamo ricordare che è anche perché questo Stato non è in
grado di fornire alcuna protezione e assistenza ai suoi figli più
deboli’’. Lo afferma CasaPound Italia in una nota.
info: 3478057510
www.casapounditalia.org
www.radiobandieranera.org
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Roma, 13 dic. - ''Nel
dna di CasaPound Italia la xenofobia non è contemplata, così come non
ha luogo di esistere la violenza discriminatoria, tanto che mai a
nessuno di noi è stata contestata una qualche aggravante per motivi
razziali, etnici o religiosi. Al contrario, abbiamo provveduto negli
anni a sporgere querela contro centinaia di articoli di giornale,
comunicati di partito e blog ogni qual volta ci hanno accusato di
essere razzisti, omofobi, xenofobi o responsabili di atti di
discriminazione violenta''. Lo afferma CasaPound Italia in una nota,
''diffidando chiunque dal mettere in relazione la tragedia della follia
che ha provocato quattro morti oggi a Firenze con le attività
politiche portate avanti dal movimento''. '
'Sull'immigrazione
- spiega Cpi - abbiamo una posizione precisa, razionale, che non apre
il varco a fraintendimenti di sorta né a derive violente. Siamo
contrari al fenomeno dell’immigrazione di massa, coltello che taglia da
entrambi i lati, che sradica e umilia tanto l’ospite che l’ospitante,
ma nello stesso tempo, come è nostro costume, lontani dall'idea di
trovare facili capri espiatori, partiamo da un dato di realtà e
cerchiamo sempre e comunque il confronto, anche con le comunità di
immigrati''.
''D'altra parte - aggiunge Cpi - la stessa
sede centrale di CasaPound Italia è in piena 'Chinatown' romana, e
questo non ha mai provocato problemi di alcun genere. Anzi, proprio con
la comunità cinese della Capitale il 19 dicembre abbiamo in programma
un incontro pubblico per confrontarci su come si possa collaborare per
rendere maggiormente vivibile il quartiere che ci ospita, l'Esquilino.
Questo è lo stile di CasaPound Italia, uno stile che talvolta ci ha
anche alienato qualche simpatia nel mondo della destra radicale, ma che
rivendichiamo con orgoglio, consapevolezza e nessun rimpianto o
nostalgia''
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Andrea Antonini, vicepresidente Casapound a Tgcom24: “Tragedia frutto di insanità mentale”
Lui non è militante dell’estrema destra perché noi non siamo di estrema destra e poi non era un militante. Queste le parole del
vicepresidente di Casapound Andrea Antonini a Tgcom24, che ha così commentato quanto accaduto oggi a Firenze.
Si
era trasferito da poco a Firenze ,come fanno in tanti ha fatto una
tessera, noi non chiediamo un certificato di sanità mentale a chi si
tessera. Non esistono i presupposti che Casapound alimenti comportamenti
xenofobi. La nostra reazione allo stato attuale è più dirottata a
vedere le reazioni. Circolano già in rete delle frasi contro di noi che
ci preoccupano perché ad oggi sembra che l’intento principale sia quello
di creare un mostro. La tragedia è il frutto dell’insanità mentale. Noi
chiediamo alla politica di regolare dei flussi migratori ma questo
nulla ha a che vedere con quello che è successo oggi. Quanto accaduto è
solo il frutto dell’umana follia.
Ufficio stampa Tgcom24
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Casa Pound: ''Casseri un pazzo in una città tollerante''
Il responsabile del movimento fiorentino di destra Saverio Di Giulio risponde telefonicamente alle domande sull'uccisione di due cittadini senegalesi e il suicidio dell'assassino Gianluca Casseri
(intervista di Marzia Papagna)
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Gianluca Iannone intervistato
a "La Crisi in 1/2 Ora" del 13/12/2011
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Lettera al sindaco di Firenze Matteo Renzi
e all'ambasciatore del Senegal a Roma
Al sindaco di Firenze Matteo Renzi
e alla comunità senegalese di Firenze tutta,
è con dolore, cordoglio e sgomento che ho accolto ieri la notizia del folle gesto di Gianluca Casseri. Un'azione disperata, da squilibrato, che solo nei fondali più oscuri della psiche umana può trovare le sue insensate motivazioni. Ma di questo si occuperanno altri, più esperti di me nel decifrare i labirinti mentali in cui può perdersi un essere umano.
Quello che invece posso dire, da responsabile provinciale di CasaPound Firenze, è che questo gesto tocca me, la mia comunità cittadina, provinciale, regionale e nazionale, in modo particolarmente vivo e doloroso. Ed è un vero peccato che, anziché racchiuderci tutti in un silenzio di riflessione, qualcuno già straparli di restringere gli spazi di libertà e iniziare una insensata caccia alle streghe.
Voglio essere molto chiaro: CasaPound Italia non ha alcuna responsabilità circa i fatti di ieri. Né politica, né ideologica, né morale. Non c'è nulla, ma proprio nulla, nell'operato e nell'ideologia di CasaPound, che possa ispirare xenofobia e odio per il diverso. Non c'è legame diretto tra la nostra prassi e il delirio di Casseri, ma neanche alcun riferimento indiretto, implicito, ammiccante.
Del resto la nostra storia parla da sola: da anni presente a Roma nel quartiere multietnico della capitale, la nostra sede centrale non ha mai creato alcun problema alle numerose comunità immigrate presenti nel circondario. A tal proposito mi sembra anzi degno di menzione l'incontro – ovviamente in programma da giorni – che lunedì 19 ci vedrà a confronto, sempre a Roma, con la comunità cinese. Del resto non esiste nessun caso (e sottolineo nessuno) di militanti di Cpi ai quali siano state mosse accuse che prevedano l'aggravante della discriminazione razziale. Quanto al nostro impegno per la solidarietà e il volontariato, le lotte contro l'emergenza abitativa, contro il carovita, contro il precariato, sono note. Così come è noto il nostro impegno in Kossovo e in Kenia, per un aiuto concreto alle popolazioni locali. La nostra posizione sull'immigrazione è chiara e serena: si tratta di un meccanismo di sfruttamento che crea una guerra fra poveri in cui a guadagnarci, sulla pelle degli ospitanti e degli ospitati, sono le oligarchie finanziarie. Esattamente ciò che sta succedendo ora.
Tutto questo non può essere cancellato dal gesto di un folle. Che, purtroppo, era uno dei tanti simpatizzanti di Cpi. La sua era un'adesione che non implicava alcun coinvolgimento diretto con la vita quotidiana del movimento. Chiunque può diventare simpatizzante di Cpi, avvicinandoci nei nostri frequenti appuntamenti pubblici, senza che ovviamente venga richiesta da parte nostra una perizia psichiatrica come condizione dell'iscrizione. Gianluca Casseri non era un militante di Cpi: era un tizio solitario che nessuno conosceva bene, solito frequentare tutti gli appuntamenti pubblici genericamente “di destra” che avvenivano dalle sue parti. In passato aveva diretto una rivista di fantasy, “La soglia”, con una discreta diffusione anche negli ambienti della destra istituzionale, e proprio come scrittore aveva proposto quattro o cinque articoli per un nostro sito internet. Articoli di taglio storico-letterario, alcuni persino sui fumetti. Nulla che lasciasse presagire un tale animo tormentato nel loro autore. Gianluca Casseri era – ci sembra ormai evidente, ma nessuno avrebbe potuto sospettarlo prima, almeno dalle brevi e marginali occasioni di contatto con noi – un uomo con problemi psichici molto seri. Il tragico epilogo del suo dramma interiore non ha nulla a che fare con la politica.
La mia opinione, tuttavia, è che la doverosa riflessione su questi fatti venga falsata e strumentalizzata se ad essa si accompagnano frettolose scomuniche che prendendo una scheggia impazzita e criminalizzano tutto un ambiente politico-culturale. Aggiungere odio all'odio non fa bene a nessuno. Non serve, non è giusto. Per questo vi chiediamo – sia pur con i tempi e i modi che voi riterrete più opportuni – la possibilità di un incontro privato o pubblico, al fine di confrontarci con rispetto e, per quanto possibile, serenità.
Saverio Di Giulio
Responsabile per la provincia di Firenze di CasaPound Italia
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Ambasciatore del Senegal a Roma
Signor Ambasciatore,
sono Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia. Mi permetterlo
di disturbarLa per esprimerLe, a nome mio e di tutta la comunità umana
che rappresento, le più sentite condoglianze per il lutto che ha
colpito la vostra comunità in seguito alla strage di Firenze. La
prego, inoltre, di estendere il mio cordoglio anche ai familiari delle
vittime e all'intera comunità senegalese in Italia. La condanna del
folle gesto che ha insanguinato Firenze è, da parte nostra, totale e
incondizionata.
Purtroppo, in queste ore, c'è già chi sta cercando di associare a
questa terribile tragedia della follia un intero movimento politico,
quasi che quest'ultimo fosse l'ispiratore, esplicito o implicito,
dell'insano gesto. L'accostamento tra CasaPound Italia e la strage di
Firenze, invece, è assurdo e inaccettabile. CasaPound Italia non ha
alcuna responsabilità circa i fatti di ieri. Né politica, né
ideologica, né morale. Non c'è nulla, ma proprio nulla, nell'operato e
nell'ideologia di CasaPound, che possa ispirare xenofobia e odio per
il diverso. Non c'è legame diretto tra la nostra prassi e il delirio
di Casseri, ma neanche alcun riferimento indiretto, implicito,
ammiccante. Quest'uomo, evidentemente malato, era solo un
frequentatore occasionale di alcuni nostri incontri pubblici, come del
resto accade per altre centinaia di persone in tutta Italia. Nessuno,
tuttavia, poteva presagire quanta follia omicida si annidasse nella
sua testa.
Del resto la nostra storia parla da sola: da anni presente a Roma nel
quartiere multietnico della capitale, la nostra sede centrale non ha
mai creato alcun problema alle numerose comunità immigrate presenti
nel circondario. A tal proposito mi sembra anzi degno di menzione
l'incontro – ovviamente in programma da giorni – che lunedì 19 ci
vedrà a confronto, sempre a Roma, con la comunità cinese. Del resto
non esiste nessun caso (e sottolineo nessuno) di militanti di Cpi ai
quali siano state mosse accuse che prevedano l'aggravante della
discriminazione razziale. Quanto al nostro impegno per la solidarietà
e il volontariato, le lotte contro l'emergenza abitativa, contro il
carovita, contro il precariato, sono note. Così come è noto il nostro
impegno in Kosovo e in Kenya, per un aiuto concreto alle popolazioni
locali.
Comprendo bene che, in queste ore di rabbia e dolore, alcuni
importanti distinguo possano sfuggire. Proprio per questo Le faccio
presente fin d'ora che CasaPound Italia è a disposizione per un
incontro chiarificatore in cui poterLe portare di persona le nostre
condoglianze e spiegarLe cosa è e cosa non è il nostro movimento,
quali sono le sue azioni, le sue idee, i suoi programmi e quanto tutto
ciò sia lontano da ogni scappatoia xenofoba.
Cordialmente,
Gianluca Iannone
Presidente di CasaPound Italia