mercoledì 25 aprile 2012

Blocco Studentesco contro il nuovo statuto dell’Università


Trento, 24 aprile – Questa notte i ragazzi del movimento Blocco Studentesco hanno chiuso simbolicamente le Facoltà dell’Ateneo trentino, con il nastro dei lavori in corso, per esprimere il proprio rifiuto nei confronti del nuovo Statuto dell’Università degli Studi di Trento, approvato ieri dopo alcune settimane di legittime polemiche, sollevate da una parte consistente del corpo accademico.
“Questo Statuto è figlio di decisioni che non appartengono decisamente alla reale rappresentanza studentesca e accademica – fa sapere in una nota, Beatrice Beggiato, responsabile locale del movimento – ma anzi, è espressione di logiche che trascendono l’ Ateneo. Basti pensare che la commissione che l’ha redatto vantava, a fronte di sette soggetti praticamente esterni alle dinamiche rappresentative dell’Ateneo, due sole figure interne a tali meccanismi: il Rettore e un Rappresentante degli Studenti.”
“Non solo, ma la logica di estromettere dal Cda – un organo avente un’importanza di governo fondamentale – studenti, professori, ricercatori e personale tecnico, in favore di entità esterne alla reale attività universitaria, è una scelta quantomeno singolare che penalizza fortemente, non solo il meccanismo di autogoverno che sin qui ha sicuramente giovato all’ Ateneo tridentino, ma mortifica e limita quella che è la rappresentanza universitaria. Tutto ciò – conclude in nota la responsabile – esclude di fatto dal panorama decisionale studenti, professori e ricercatori, svilendo tre concetti cardine dell’ università pubblica: libertà, rappresentanza e autonomia.”
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Università
No alla provincializzazione, protesta contro l’approvazione dello statuto
Il Blocco Studentesco chiude le facoltà dell’ateneo
Nastri davanti alle sedi delle facoltà per protestare contro l’approvazione dello statuto dell’Università di Trento. Li hanno messi i rappresentanti del Movimento Studentesco, area di destra che – come si legge nel sito internet – è nato nell’estate 2006 «a Casapound, l’occupazione non conforme del fascismo del terzo millennio».
«Questo statuto – si legge nel comunicato – è figlio di decisioni che non appartengono decisamente alla reale rappresentanza studentesca e accademica ma anzi è espressione di logiche che trascendono l’ateneo. Basti pensare che la commissione che l’ha redatto vantava, a fronte di sette soggetti praticamente esterni alle dinamiche rappresentative dell’ateneo, due sole figure interne a tali meccanismi: il rettore e un rappresentante degli studenti». Si fa notare poi la forte presenza della Provincia all’interno del consiglio d’amministrazione: «La logica di estromettere dal cda – un organo avente un’importanza di governo fondamentale – studenti, professori, ricercatori e personale tecnico, in favore di entità esterne alla reale attività universitaria, è una scelta quantomeno singolare che penalizza fortemente, non solo il meccanismo di autogoverno che sin qui ha sicuramente giovato all’ateneo tridentino, ma mortifica e limita quella che è la rappresentanza universitaria».
L’Adige 


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