domenica 22 gennaio 2012

Ridevo del sangue delle vittime


«Cermis, ho incendiato la cassetta»
La confessione di uno dei piloti: non volevo si vedesse che ridevo

TRENTO. Cermis, uno dei piloti del Prowler assassino che il 3 febbraio 1998 tranciò le funi d'acciaio della funivia provocando la morte di venti persone ha confessato, per la prima volta, di aver distrutto la videocassetta con il filmato di quel tragico volo. L'intervista al copilota Joseph Schweitzer è contenuta in un documentario del National Geographic. Il copilota venne condannato insieme al comandante di quel volo, il capitano Richard Ashby, proprio per aver distrutto la cassetta.
«Ho bruciato la cassetta. Non volevo che alla Cnn andasse in onda il mio sorriso e poi il sangue delle vittime», ha confessato davanti alla telecamera Schweitzer. Giustizia non c'è stata, sepolta dalla ragione di Stato. Per quei venti uomini, donne e ragazzi morti mentre andavano a sciare per una folle scommessa non c'è stata giustizia.
I due piloti sono stati condannati solo per la distruzione della cassetta e non per quelle morti. Le autorità americane non hanno fatto nulla per punire i responsabili del volo che il 3 febbraio 1998 ha tranciato la funizia di Cavalese facendo precipitare nel vuoto una cabina piena di sciatori. La loro unica preoccupazione era tenere alto l'onore dei Marines, a cui apparteneva l'equipaggio, e sopire le attenzioni italiane per evitare di perdere la base di Aviano. Ma che l'assoluzione del pilota sia stata una vergogna adesso lo dicono apertamente anche gli investigatori militari statunitensi che aprirono l'istuttoria, poi estromessi dal corpo militare più famoso del mondo: «Non c'è stata giustizia».
Il documentario di National Geographic (anticipato da un articolo de «L'espresso») che andrà in onda il 31 gennaio alle 21.25 sul canale 403 di Sky, fa luce su tutti i punti oscuri della tragedia. E da forza a un sospetto: il jet volava così in basso per girare un video ricordo. Non c'era nessuna giustificazione operativa o tecnica per violare i limiti di quota e di velocità. A ricostruire la spedizione è un detective del Ncis.

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Sono passati 14 anni e nessuno ha pagato. Questa la giustizia dei liberatori.

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