lunedì 16 gennaio 2012

Il Cermis "cancellato" dall'aeronautica



Il Cermis «cancellato» dall'aeronautica 
la tragedia omessa nel volume 

Cento anni di storia dell'aeroporto militare italiano di Aviano, senza un accenno alla tragedia del Cermis. «È una questione delicata, che interessa i rapporti tra Italia e Stati Uniti», spiega l'ufficiale di pubblica informazione e comunicazione dell'aeroporto. Dunque, per non turbare il quieto vivere, nel volume che celebra il secolo di uno dei primi aeroporti della penisola non si fa cenno a quel drammatico 3 febbraio 1998, quando un prowler americano in volo d'addestramento tranciò i cavi della funivia del Cermis, facendo precipitare al suolo la cabina. Venti le vittime.
L'aereo militare con a bordo quattro marines era partito proprio dalla base di Aviano.
Nel volume - un tomo di 464 pagine, pesante quasi 3 chili, come evidenziava ieri «Il Gazzettino di Pordenone» - si parla dell'inaugurazione nel 1911, del primo volo, del passaggio nel 1954 a base dell' aeronautica americana (pur rimanendo territorio italiano).
Vengono citate numerose operazioni, a partire dal primo conflitto mondiale fino al recente intervento nella Libia di Gheddafi, passando per i bombardamenti nell'ex Jugoslavia. L'opera, edita dal Comando dell'Aeronautica Militare Italiana della zona, presenta una ricca galleria fotografica raccolta grazie alla collaborazione di esperti e di appassionati del mondo dell'aviazione, con note storiche a margine.
Il rigore storico - fanno sapere alla base di Aviano - è il presupposto per un'opera che celebra i 100 anni dell'aeroporto. E le citazioni, anche dettagliate, delle tragedia dell'aria non mancano: c'è la morte del pilota Mark McCarthy (schiantatosi nell'Adriatico con il suo cacciabombardiere F-16 nel 1995), dell'aviere Antoine Holt (Iraq 2004), dei sei elicotteristi precipitati sul Piave (2008) e di un altro paio morti in Kuwait nel 2003. Si tratta di vittime americane. Sul Cermis, invece, i morti erano italiani, austriaci, germanici, polacchi, belgi, olandesi.
Nel volume commemorativo dell'aeroporto «Pagliano e Gori» non c'è spazio per la tragedia della val di Fiemme, per un ricordo, una riflessione, una preghiera per le venti persone morte per un errore dell'equipaggio dei marines, in quel periodo era di stanza ad Aviano. Proprio da un documento redatto un mese dopo la tragedia (ma del quale si è a conoscenza solo dallo scorso luglio) e firmato dal comandante dei marines Peter Pace emerge una ricostruzione che di fatto inchioda gli americani alle loro responsabilità. «La causa di questa tragedia è che l'equipaggio dei Marines ha volato molto più basso di quanto non fosse autorizzato, mettendo a rischio se stesso e gli altri», si legge. Il prowler decollò alle 14.35 da Aviano; alle 15.13 i cavi della funivia del Cermis vennero colpiti dal velivolo «ad un'altitudine non superiore ai 113 metri, o a 370 piedi», come viene ricostruito nel documento. Il comandante Pace raccomanda «che vengano presi i provvedimenti disciplinati ed amministrativi appropriati nei confronti dell'equipaggio» e che «gli Stati Uniti dovranno pagare tutte le richieste giustificate di risarcimento per la morte e il danno materiale provocato da questo incidente».
Assolti dalla corte marziale per il disastro il pilota Richard Ashby e il navigatore Joseph Schweitzer; i due marines vennero successivamente condannati per la distruzione del nastro video registrato in volo. Con una legge speciale nel 2000 i familiari delle vittime vennero risarciti con circa quattro miliardi delle vecchie lire per ogni persona deceduta. Ora l'ennesima beffa: l'Aeronautica militare comunica che nel volume non si accenna alla tragedia «per rispetto alle famiglie dei caduti».  



M. Vi. per l'Adige 16/01/12

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