domenica 23 ottobre 2011

Aguzzini nazionali

 

TRENTO - Nel secondo trimestre 2011 le imprese trentine hanno pagato 63,8 milioni di euro di interessi su mutui, anticipazioni e fidi ottenuti dal sistema bancario. Nell'analogo periodo del 2010 la spesa per interessi era stata di 55,4 milioni. In un anno quindi l'incremento è stato del 15,3%. Dato che nello stesso periodo l'aumento dei prestiti si è fermato al 3,6%, il grosso della variazione dipende dalla crescita dei tassi. E nei dati non c'è ancora dentro l'ulteriore impennata degli ultimi mesi.

L'allarme viene rilanciato dal tavolo delle categorie con il Commissario del governo, riunitosi l'altro giorno: «È sempre più difficile per le imprese - si legge nel comunicato conclusivo - ottenere finanziamenti a fronte di tassi di interesse che sono significativamente aumentati sia per prestiti a breve che a lungo termine». In particolare sofferenza il settore dell'edilizia «tanto da definirsi fermo, a tal punto da non essere segnalato come richiedente prestiti nel secondo trimestre 2011, come da relazione della Banca d'Italia».

Secondo Bankitalia, a giugno i tassi di interesse medi alle «società non finanziarie e famiglie produttrici», cioè a tutte le imprese, grandi, medie, piccole e micro, sono saliti dal 3,03% di un anno prima al 3,47% per le operazioni «autoliquidanti», come l'anticipo fatture o lo sconto effetti, dal 2,63 al 3,06% per le operazioni a scadenza, come i mutui, e dal 4,29 al 4,60% per le operazioni a revoca, come i fidi. In pratica le aziende trentine hanno pagato 8,3 milioni invece di 7,4 per gli anticipi, 39,5 milioni invece di 33 per i mutui e 16 milioni invece di 14,9 per i fidi. Per quanto riguarda lo stop dei crediti all'edilizia, i finanziamenti per cassa al settore delle costruzioni a giugno risultano in netto calo. I crediti accordati dalle banche scendono in un anno di oltre 130 milioni, dai 3.070 milioni di metà 2010 a 2.934 milioni. Le imprese però ne utilizzano di più: 2.387 milioni invece di 2.378.

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Mario Draghi sostiene gli indignados
“Arrabbiati perché senza prospettive”


Da Parigi il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi volge lo sguardo all’Italia, dove oggi a Roma ci sarà la protesta degli indignati sulla scia delle altre piazze internazionali. Il prossimo presidente della Banca centrale europea, a Parigi insieme al ministro dell’Economia Giulio Tremonti per il vertice G20, dà ragione alle motivazioni degli indignados: “Se siamo arrabbiati noi per la crisi, figuriamoci loro che sono giovani, che hanno venti o trent’anni e sono senza prospettive”.

Il futuro degli under 30 sta particolarmente a cuore a Draghi, che già qualche giorno fa aveva espresso le sue preoccupazioni al convegno sull’Italia e l’economia internazionale a Palazzo Koch: “Senza giovani non si cresce”, aveva detto il governatore uscente di Bankitalia, sostenendo che solo rimuovendo le rigidità che impediscono lo sviluppo “si può ricondurre l’economia italiana sul sentiero della crescita”. Nella capitale francese, durante un colloquio informale con la stampa avvenuto questa mattina, ha detto: “I giovani se la prendono con la finanza come capro espiatorio, li capisco, hanno aspettato tanto: noi all’età loro non l’abbiamo fatto”. Secondo Draghi, il movimento 15 M (iniziato in Spagna il 15 maggio scorso) avrà possibilità di essere ascoltato solo se resterà pacifico. In Italia, il nome scelto dal gruppo è quello di “Draghi ribelli”, che per uno strano gioco di parole ricorda tanto quello del prossimo presidente della Bce, che sembra gradire il nomignolo: “Carino, no?”

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E' la consueta truffa dell'usura da oggi con un migliaio di utili idioti a sostenerla.

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