sabato 22 ottobre 2011

Una società allo sfascio



TRENTO - Il comitato provinciale mobilità ha certificato la presenza in lista a ottobre di 4.745 lavoratori licenziati, 30 in più del mese precedente e 180 in più dell'ottobre 2010. Il dato mensile corrisponde pressoché esattamente alla media dei primi dieci mesi dell'anno. Che risulta superiore di 329 iscritti alla media 2010, con un incremento del 7,4%, e di 939 licenziati rispetto al 2009, il 24,7% in più. Secondo la Cgil, che ha diffuso i dati, nei primi dieci mesi dell'anno solo una volta, ad agosto, in lista di mobilità erano iscritti meno di 4.700 lavoratori. A ottobre, inoltre, si consolida la contrazione dei sospesi, ossia i lavoratori in mobilità che hanno trovato un impiego a termine, già registrata a settembre, dopo mesi in cui gli iscritti che trovavano un impiego crescevano. In questo mese i sospesi sono 1.818, cioè 79 in meno rispetto a settembre, con una riduzione del 4,2%.

Su base annua il numero di chi trova un lavoro a termine è comunque in aumento del 4,8%. Secondo il sindacato, il recente raffreddamento della ripresa economica sta producendo effetti negativi sul mercato del lavoro anche in Trentino. Il flusso di nuovi ingressi in mobilità supera le 200 unità. A ottobre i nuovi ingressi sono stati 223, a fronte dei 203 di settembre e dei 175 di agosto. I licenziati dalle piccole imprese sono il 95,5% di tutti i nuovi ingressi del mese. Sul totale degli iscritti in mobilità, il 72,6% è stato licenziato da una piccola azienda. Il maggior numero di licenziati, il 20,8% del totale, si registra nell'edilizia. Segue il metalmeccanico con il 16,1% e il commercio con il 14,1%. Gli iscritti in mobilità sono per due terzi uomini e per un terzo donne.

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L'unica cosa in crescita è il precariato. Questo il prezzo da pagare per una fallimentare gestione dello Stato, delle scuole e delle università che sfornano ogni anno laureati in scienze delle patatine a fronte di un mercato internazionale che sforna tecnici e da una crisi dettata dalla finanza internazionale. E per completare il quadro tragico c'è pure chi si indegna con l'appgoggio di Draghi e Soros...

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