giovedì 22 settembre 2011

Due militanti di CasaPound vittime di un aggressione.

IL COMUNICATO INTEGRALE DI CASAPOUND 



CASAPOUND:”IL MILITANTE DI CASAPOUND HA REAGITO SOLO PER DIFENDERSI. FALSA L'ACCUSA DI DISCRIMINAZIONE” 


Riva del Garda, 21 settembre – CasaPound Italia interviene a proposito degli eventi che hanno coinvolto due suoi militanti e che ieri hanno sostenuto la prima udienza del processo davanti al giudice di pace. In riferimento all'articolo di ieri de l'Adige, CasaPound Italia rileva come non siano state rispettate innanzitutto le disposizioni della Procura in merito alla pubblicazione dei dati anagrafici dei 'denunciati a piede libero', i cui nominativi vanno riportati con le iniziali. Per questo motivo CasaPound verificherà l'opportunità di interventi legali per eventuale diffamazione mezzo stampa.

CasaPound Italia sottolinea inoltre la parzialità con cui si sono presentati i fatti giacché è stata completamente omessa l'imputazione del ragazzo marocchino Hamid E.B accusato formalmente dalla Procura della Repubblica di Rovereto dei reati penali di “minaccia” e “lesioni personali”, per l'aggressione ai danni della persona di M.G. L'imputato Hamid E.B, sulla cui moralità CasaPound invita la cittadinanza ad informarsi, a seguito delle lesioni cagionate a M.G avrebbe pronunciato le seguenti espressioni:”...Vieni fuori. Vieni fuori che la risolviamo...” in seguito brandendo in mano una bottiglia di vetro, “...vi ammazzo...vi ammazzo tutti”. Secondo CasaPound non corrisponde a verità il fatto che i ragazzi M.G e M.N, avrebbero scagliato un bicchiere di vetro ai danni di Hamid E.B, è invece vero che quest'ultimo ha aggredito fisicamente la persona di M.G, che ha reagito fisicamente con prontezza a tale atto di violenza, del tutto inaspettato e immotivato, al solo scopo di difendersi. Per CasaPound l'accusa di discriminazione infine ai danni di M.G è mendace e risulta quanto mai pretestuosa.

“Per dovere di cronaca – commenta in una nota Alessandro Marocchi, responsabile provinciale di CasaPound Italia - M.G lo scorso anno è partito per una missione umanitaria in Birmania per trascorrere un mese nella jungla presso cliniche mediche e sostenere la cura dei bimbi del popolo Karen, e ci ritornerà a gennaio del prossimo anno. L'accusa di discriminazione da parte dell'avvocato Ballardini, il quale ha voluto definire 'abbronzato' il suo assistito durante l'udienza, si commenta da sola”.

“C'è una precisa volontà di aizzare gli animi ai danni dei nostri ragazzi e della nostra associazione – prosegue Marocchi – constatiamo solo il dato oggettivo che il legale di Hamid E.B è l'avvocato Ballardini appartenente all'A.N.P.I e quindi ad una precisa fazione politica che ha deciso di portare avanti questa causa che non ha in realtà alcuna motivazione politica”.

“CasaPound Italia – conclude Marocchi - ribadisce la propria estraneità agli episodi di violenza, condannando qualsiasi manifestazione di illegalità e di discriminazione. Verifiche di interventi legali verranno operate anche nei confronti di chi, tra gli appartenenti e simpatizzanti dell'A.N.P.I e del Centro Sociale Bruno su facebook, come P.P, commenta la notizia de l'Adige di ieri con affermazioni del tipo 'tutti impiccati se fosse per me' o come lo stesso profilo del Csoa Bruno che afferma “bello sapere i nomi”.

Ufficio Stampa CasaPound Italia Riva del Garda 
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Marocchi: «Nessuna discriminazione» 
«Casa Pound è contro ogni violenza, 
i nostri militanti sono stati aggrediti» 

RIVA - CasaPound interviene a proposito degli eventi che hanno coinvolto due suoi militanti che lunedì hanno sostenuto la prima udienza del processo davanti al giudice di pace. Per loro l'accusa è lesioni personali, ma se la richiesta della parte lesa dovesse essere accolta dal giudice, scatterebbe anche l'aggravante della discriminazione razziale. «CasaPound - scrive l'associazione trentina - rileva come non siano state rispettate innanzitutto le disposizioni della Procura in merito alla pubblicazione dei dati anagrafici dei "denunciati a piede libero", i cui nominativi vanno riportati con le iniziali. E sottolinea inoltre la parzialità con cui si sono presentati i fatti giacché è stata completamente omessa l'imputazione del ragazzo marocchino accusato dalla Procura dei reati penali di "minaccia" e "lesioni personali", per l'aggressione ai danni di uno dei due militanti». Secondo Casa Pound sarebbe stato il giovane immigrato ad alzare le mani per primo, fino a brandire in mano una bottiglia di vetro e minacciare i presenti. Secondo Casa Pound non corrisponde a verità il fatto che i rivani avrebbero scagliato un bicchiere di vetro contro il coetaneo marocchino, «è invece vero che quest'ultimo ha aggredito fisicamente» uno dei due giovani il quale «ha reagito fisicamente con prontezza a tale atto di violenza, del tutto inaspettato e immotivato, al solo scopo di difendersi». Per CasaPound inoltre «l'accusa di discriminazione è mendace e risulta quanto mai pretestuosa». Così commenta Alessandro Marocchi, responsabile provinciale di CasaPound Italia: «Il nostro militante lo scorso anno è partito per una missione umanitaria in Birmania presso cliniche mediche e sostenere la cura dei bimbi del popolo Karen, e ci ritornerà a gennaio del prossimo anno. L'accusa di discriminazione da parte dell'avvocato Ballardini, si commenta da sola. CasaPound ribadisce la propria estraneità agli episodi di violenza, condannando qualsiasi manifestazione di illegalità e discriminazione». L'associazione intende anche verificare la possibilità di azioni legali contro quanti, sui social network, avrebbero secondo Casa Pound commentato la notizia della prima udienza rivana con toni offensivi o minacciosi. Occorre distinguere, però, tra denuncia a piede libero e processo pubblico, a porte aperte, con tanto di albo a tutti accessibile. La tutela per l'indagato si ferma - salvo rarissimi casi, ad esempio quando sono coinvolti minori - con l'avvio di un processo che è pubblico per volontà del legislatore. Lì le parti sono in grado di difendersi da sole e il cronista deve solo riferire fedelmente quanto accade. È stato fatto anche in questa circostanza. Quanto alle imputazioni a carico della controparte esse fanno parte, ovviamente, di tutt'altro procedimento. (d.p.)
l'Adige 22/09/2011 




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