Riapre il rifugio antiaereo |
03/04/2011 LAVIS - A raccontare la propria testimonianza, grazie alle interviste realizzate da Giovanna Endrizzi (presidente del circolo) sono la centenaria Elena Toller, Adolfo Toller, Gemma Largher, Mario Largher e Gemma Nicolodi .
Sono persone che hanno vissuto, sulla propria pelle, uno dei momenti più tragici della nostra storia. Gli alleati arrivarono a Lavis il 4 maggio del 1945 e il 9 dello stesso mese ritornò l'illuminazione elettrica. Le prime bombe caddero sul ponte dei Vodi il 15 dicembre del 1943. Iniziò subito, quindi, la costruzione del rifugio antiaereo capace di contenere 2.000 persone. Per molti abitanti, quella fredda e umida grotta scavata nel porfido diventò la casa di tutta la comunità e, nel 1944, a causa dei continui bombardamenti, la popolazione decise di celebrarvi la messa di Natale. Il 19 aprile del ‘45, dalle 11.30 alle 13.30, trecento bombardieri si susseguirono gettando bombe sul ponte della ferrovia, su quello stradale e a Camparta.
Quello al Pristol non era l'unico rifugio. Molti abitanti, infatti, trovarono riparo nelle antiche miniere d'argento, comunemente conosciute come «busi canopi», e nelle rogge in piazza Loreto. Altri, al contrario, ripararono, come Elena Toller, in valle di Cembra.
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Comecomecome? No, fatemi capire bene... Per festeggiare la liberazione del nazifascismo festeggiate quelli che ci hanno bombardato e distrutto mezzo Trentino, che, per inciso, nazifascisti non erano?
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Comecomecome? No, fatemi capire bene... Per festeggiare la liberazione del nazifascismo festeggiate quelli che ci hanno bombardato e distrutto mezzo Trentino, che, per inciso, nazifascisti non erano?
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