venerdì 4 febbraio 2011

Fuori le mani dall'acqua


L'acqua è di tutti: via alla campagna

È stata presentata ieri mattina in Piazza Duomo la campagna nazionale di sensibilizzazione pro referendum intitolata «Due sì per l'acqua bene comune». La campagna, partita in contemporanea su tutto il territorio nazionale, si pone l'obiettivo di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla questione della privatizzazione dell'acqua. Molteplici le iniziative in calendario, tutte finalizzate a tenere alta l'attenzione da qui al momento in cui i cittadini saranno chiamati a pronunciarsi sui due quesiti abrogativi di alcuni articoli della legge Ronchi. Non sono ancora state fissate le date della tornata referendaria ma, salvo imprevisti soprattutto riguardo la tenuta del governo, dovrebbero tenersi nella prossima primavera o inizio estate. Il decreto Ronchi prevede che, entro il 2012, tutte le società pubbliche o gli enti che fino ad oggi gestivano l'erogazione dell'acqua potabile diventino partecipati per un minimo del 40% da società private. Questo significa che, se fino ad oggi le società pubbliche, per loro connotazione giuridica, non avevano l'obiettivo di produrre reddito dalla gestione dell'acqua, con la privatizzazione ciò diventa possibile e una risorsa fondamentale può quindi diventare merce oggetto di business e fonte di profitto. La storia, affermano i promotori del referendum, parte da lontano: da anni le lobby presenti nei paesi industrializzati cercano il modo di privatizzare le risorse idriche e la loro gestione, consapevoli che, a causa dell'inquinamento globale del pianeta che ha compromesso le riserve idriche mondiali, la ricchezza del futuro sarà costituita appunto dalla gestione dell'acqua. Ovunque nel mondo si sono creati movimenti di opinione, forum e discussioni in merito a questa possibilità e anche nelle regioni italiane si sono mobilitate centinaia di associazioni e più di un milione e mezzo di cittadini per chiedere un referendum che abroghi la possibilità di privatizzare l'acqua, riveda le modalità di affidamento dei servizi pubblici locali e impedisca di perseguire finalità di lucro dalla gestione di questo bene comune. Lo slogan è «Fuori l'acqua dal mercato e fuori i profitti dall'acqua». Il referendum in difesa delle risorse idriche come bene pubblico è stato dichiarato ammissibile dalla Corte Costituzionale e ora tutte le realtà trentine che sostengono il referendum chiedono ai cittadini di partecipare ai comitati territoriali, informandosi e soprattutto andando a votare per evitare il rischio di non raggiungere il quorum del cinquanta per cento più uno previsto per i referendum. Oggi il tema sarà approfondito in un convegno alle 10 alla Fondazione Caritro in via Calepina.

l'Adige 04/02/2011

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A quando la vendita dell'aria che respiriamo?

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