venerdì 23 marzo 2012

Il primo amore non si scorda mai


Il 23 marzo 1919, a piazza San Sepolcro, a Milano, venivano fondati i Fasci di Combattimento, nucleo primigenio di un fascismo, nato dal matrimonio celebrato in trincea, con spirito e sangue, tra futurismo, arditismo e sindacalismo rivoluzionario. Il suo motto, “me ne frego” era stato scritto, come ebbe a dire Mussolini, sulle bende delle feirte con il sangue delle ferite.

Il fascismo rappresenta, a tutt'oggi, la più giovane, la più recente, la più attuale espressione politica. Nata almeno settant'anni dopo l'ultima espressione precedente, eretica, pragmatica e volta al futuro, la concezione politica fascista è, oggi come ieri, di avanguardia e, oggi come ieri, è la sola ad offrire risposte sia immediate, parziali, episodiche, che sistemiche, organiche e futuribili.
Malgrado una guerra mondiale mossa contro il fascismo e i popoli dal crimine organizzato, dalle banche, dalle oligarchie e dalle mafie, una guerra mondiale che ha prodotto decine di milioni di morti e ha inginocchiato l'Europa e schiavizzato il mondo, ogni giorno che passa il fascismo è più attuale e presenta risposte efficaci e condivisibili al disastro generalizzato. Risposte efficaci e condivisibili che non si fondano sul rifiuto refrattario e codino dell'attualità ma sulla sua trasformazione nel nome di una gestione efficace, volontaristica, etica, spirituale e comunitaria..
Mentre l'antifascismo boccheggia e agonizza invischiato nei disastri assoluti che ha prodotto e il fascismo si dimostra sempre più attuale e salutare, riteniamo utile riproporre il documento storico del suo primo programma. Che, come è proprio della mentalità fascista, è appunto un programma, dunque modificabile, interpretabile e riscrivibile, e non un dogma di eunuchi.


Italiani!
Ecco il programma nazionale di un movimento sanamente italiano. Rivoluzionario perché antidogmatico e antidemagogico; fortemente innovatore, perché antipregiudizievole. Noi poniamo la valorizzazione della guerra rivoluzionaria al di sopra di tutto e di tutti. Gli altri problemi: burocrazia, amministrativi, giuridici, scolastici, coloniali ecc. li tracceremo quando avremo creato la classe dirigente.

Per questo noi vogliamo

Per il problema politico:
a) Suffragio universale a scrutinio di lista regionale con rappresentanza proporzionale, voto ed eleggibilità per le donne.
b) Il minimo di età per gli elettori abbassato ai 18 anni; quello per i deputati abbassato ai 25 anni.
c) L'abolizione del Senato.
d) La convocazione di una Assemblea Nazionale per la durata di tre anni, il cui primo compito sia quello di stabilire la forma di costituzione dello Stato.
e) La formazione di Consigli nazionali tecnici del lavoro, dell'industria, dei trasporti, dell'igiene sociale, delle comunicazioni ecc. eletti dalle collettività professionali e di mestiere, con poteri legislativi, e col diritto di eleggere un Commissario generale con poteri di Ministro.

Per il problema sociale
Noi vogliamo:
a) La sollecita promulgazione di una Legge dello Stato che sancisca per tutti i lavoratori la giornata legale di otto ore di lavoro.
b) I minimi di paga.
c) La partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori al funzionamento tecnico dell'industria.
d) L'affidamento alle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente) della gestione di industrie o servizi pubblici.
e) La rapida e completa sistemazione dei ferrovieri e di tutte le industrie dei trasporti.
f) Una necessaria modificazione del progetto di legge di assicurazione sull'invalidità e sulla vecchiaia, abbassando il limite di età proposto attualmente da 65 anni a 55 anni.

Per il problema militare
Noi vogliamo:
a) L'istituzione di una milizia nazionale con brevi periodi d'istruzione e compito esclusivamente difensivo.
b) La nazionalizzazione di tutte le fabbriche di armi e di esplosivi.
c) Una politica estera nazionale intesa a valorizzare nelle competizioni pacifiche della civiltà la nazione italiana nel mondo.

Per il problema finanziario
Noi vogliamo:
a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera e propria espropriazione parziale di tutte le ricchezze.
b) Il sequestro di tutti i beni delle Congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense vescovili, che costituiscono una enorme passività per la Nazione, e un privilegio di pochi. c) La revisione di tutti i contratti di forniture di
guerra ed il sequestro dell'85% dei profitti di guerra.

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