mercoledì 7 dicembre 2011

La cura peggiore del male





Pensioni ferme
per 33 mila trentini


Sono poco meno di 135 mila i pensionati trentini e circa 60 mila di loro riceve il trattamento minimo. I dati, elaborati dalla direzione regionale dell'Inps del Trentino Alto Adige, contribuiscono a chiarire la fotografia di quale sarà la perdita di potere d'acquisto per i consumatori trentini nel prossimo anno.
Uno dei provvedimenti inseriti dal governo Monti nel decreto «Salva Italia» è, come noto, la «deindicizzazione delle pensioni al di sopra del doppio della minima». Un «tecnicismo» davvero odioso che si può tradurre molto più semplicemente così: soltanto chi riceve una pensione minima (468 euro lordi al mese) e colo che hanno un assegno mensile lordo di 936 euro (il doppio della minima) riceverà a partire dal primo gennaio 2012 la rivalutazione del proprio assegno mensile per recuperare l'inflazione annuale (attorno al 2,7 per cento). Per tutti gli altri l'anno prossimo e nel 2013 la pensione resterà bloccata alla cifra che incassano oggi. Il che significa, nell'ipotesi di un incremento del costo medio della vita del 2,7 per cento, di circa 30 euro al mese per chi ha una pensione di 1.100 euro lordi al mese e di 54 euro al mese per chi viaggia sui 2.000.
Si tratta proprio di quei «sacrifici» che, in una giornata di pesante tensione, hanno provocato il pianto del ministro del welfare Elsa Fornero domenica sera in televisione.
I sacrifici, per altro, colpiranno meno del 40 per cento di pensionati trentini. Prendendo i dati dell'Inps per fasce di reddito (l'elaborazione in realtà ha come soglia i 999 euro e non i 936 del decreto «Salva Italia») emerge come con meno di mille euro di pensione al mese vivano circa 98 mila trentini. Per loro, dunque, la manovra Monti non avrà effetti immediati anche se certamente non potranno permettersi di scialacquare. Specialmente coloro che ricevono le pensioni sociali. In Trentino si tratta di 3.753 persone con assegni che vanno dai 50 ai 589 euro al mese.
L'altro lato della medaglia dice che ben 11 mila pensionati trentini ricevono dall'Inps più di 1.750 euro al mese. In particolare quasi 3.500 sono oltre i 2.500 euro. Nel rispetto della prima delle parole «magiche» ripetute in ogni salsa dal nuovo premier (equità, rigore e crescita) saranno loro naturalmente i più penalizzati dal nuovo regime previdenziale. Il loro sacrificio biennale peserà fino a quasi mille euro all'anno (oltre i 3 mila euro al mese) ma, vista la situazione dei loro colleghi, faranno bene a non lamentarsi.


***
Sono richiesti "sacrifici" per cosa? Per pagare, nemmeno il debito, ma gli interessi di un debito inesistente agli amichetti del nuovo premier, peraltro non votato da nessuno. 
Cacciamo i banchieri dall'Italia, riprendiamoci la sovranità e lasciamo che la troia pianga.

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