domenica 20 novembre 2011

Qualcuno fermi la COOP


«Coop fa concorrenza e non l'accetta»

ALTO GARDA - «Conosciamo tutti la storia del pesce grande che mangia il più piccolo, storia spesso evocata per ricordare la dura legge del mercato dove c'è sempre un "più grande" che mette fuori concorrenza un "più piccolo". Solo che per il mercato la questione è un po' diversa». Inizia con la catena alimentare il duro intervento di Enzo Bassetti, presidente dell'Unione turismo e commercio dell'Alto Garda, dedicato al ruolo della cooperazione nel comparto commerciale. Bassetti fa riferimento prima di tutto a quanto sta accadendo in Val di Ledro, ma anche a quanto già accaduto nel Romarzollo. «La "grande" azienda - scrive - nel momento in cui ne intravvede convenienza, tenta di occupare lo spazio del più piccolo per ragioni di mera speculazione e maggior guadagni. Da anni assistiamo a questa pratica anche nelle nostre valli, dove si sono programmati sempre più grandi spazi commerciali prerogativa quasi sempre di nuove iniziative, le quali hanno permesso a super/iper mercati di aprire i battenti facendo concorrenza a chi, nella zona, c'era già. Di fronte a questa espansione di aree commerciali siamo rimasti praticamente impotenti, pur denunciando sempre il rischio che si andava correndo, la chiusura di numerosi piccole attività e la messa in crisi di tante altre. Denuncia che nonostante i nostri allarmi ai più è interessata poco, giustificando lo scarso interesse come inevitabile necessità al fine di adeguare la rete commerciale, motivando ancora con il fatto che possono essere concorrenziali solo le aziende di una certa dimensione con la favola della maggior concorrenza, introducendo prezzi più bassi perché i grossi possono acquistare meglio e via dicendo. Così, nonostante le proteste, il mondo commerciale anche dei nostri paesi è andato cambiando fisonomia. Molti hanno chiuso, ci sono paesi del tutto sprovvisti di negozi, tant'è che si è ricorso a finanziare l'apertura di piccole attività con contributi pubblici, mentre le aree commerciali di grandi dimensioni hanno prolificato e lo faranno ancora. Solo che, ad ogni "pesce grosso" ne corrisponde un altro ancora più "grosso", e allora anche per il primo le cose appaiono sotto una luce diversa quando si vede insidiare la propria supremazia». L'esempio al quale pensa Bassetti arriva dalla Val Rendena: «A Varignano - prosegue Bassetti - l'apertura del nuovo negozio Coop è propagandato come operazione virtuosa, per coprire una zona altrimenti servita da un solo negozio, ora in maggior difficoltà grazie a questa logica. In Rendena, invece, l'arrivo del gruppo Poli che intende aprire a Spiazzo viene denunciato come un attacco all'operatività delle Coop, che tanto danno al territorio e quindi iniziativa da impedire. Sembra insomma che la Coop possa andare a fare, in ragione del libero mercato, concorrenza a chiunque, ma non subirne. In virtù di ragionamenti che si modellano a seconda della situazione? In valle di Ledro, dove il territorio è ampiamente coperto da attività commerciali assistiamo invece ad un'altra libera interpretazione della concorrenza di mercato. Il Comune ha approvato nei mesi scorsi una variante al Prg che ha trasformato un'area di proprietà della Famiglia Cooperativa da verde privato ad area commerciale. Il motivo? Un non meglio precisato interesse pubblico. Una bella agevolazione quindi ai programmi della Famiglia Cooperativa, che se intende ampliare la propria attività dovrebbe essere messa in condizione di farlo alla pari di qualsiasi altro privato, al quale certamente non si riconducono, pur facendo la medesima attività della Coop, attività di pubblico interesse per motivare scelte urbanistiche di sorta. Senza "demonizzare" le Famiglie Cooperative e la loro "importante funzione per la comunità garantendo il servizio di punto vendita di prodotti di prima necessità e complementari" (citiamo dalla delibera comunale), che valeva forse in qualche sperduto borgo di valle fino a qualche anno fa, diciamo che oggi svolgono una funzione né più né meno pari a quella di un qualsiasi negozio commerciale, ovvero pensando al guadagno. La differenza? La Coop non distribuisce gli utili (cosa che i privati non possono fare). Non si capisce, quindi, come si possa sostenere che una deroga urbanistica realizzata ad hoc sia motivata da un pubblico interesse (specifico per la Famiglia Cooperativa), e possa avere più valore dei diritti dei privati che accettano la concorrenza ma pretenderebbero una parità di trattamento. Non c'è da stupirsi - conclude il presidente di Ucts - che in Valle di Ledro si sia fatto ricorso contro la scelta urbanistica fatta dall'amministrazione comunale».
l'Adige 20/11/2011

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Libero mercato, ma per qualcuno più libero di altri.

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