mercoledì 23 novembre 2011

1901 -1920 Giacomo Schirò



«Ispirato da alto sentimento di patriottismo e civismo, tenne testa risolutamente ad una turba di sovversivi, che vilmente lo avevano aggredito, profferendo parole di vilipendio al Re e alla Patria. Dopo essersi difeso accanitamente con la baionetta, colpendo anche gli avversari, sopraffatto dal numero e respinto entro la sala gioco, cadde con 53 ferite. Abbandonato a terra, morente, con sforzo supremo si trascinò per la sala e raccolta una bandiera strappata a terra, si avvolgeva in essa.»


Giacomo Schirò (Minu Skiroi in albanese; Piana degli Albanesi, 23 novembre 1901 – Piana degli Albanesi, 23 luglio 1920) è stato un militare italiano di etnia arbëreshë (ossia gli albanesi d'Italia, noti anche come greco-albanesi o italo-albanesi, sono una minoranza etnica e linguistica albanese stanziata storicamente in Italia meridionale).
Faceva parte delle formazioni premilitari costituiti nel 1919 dalla Società del Tiro a Segno. Il corpo dei Bersaglieri aveva costituito una di queste formazioni, che riservava ai giovani di leva per il loro futuro incorporamento nei corpi. Giacomo Schirò, dipendeva dal 12º battaglione premilitare dei bersaglieri di Napoli. Promosso caporale per merito, ebbe una breve licenza per potersi recare a Piana degli Albanesi durante le vacanze estive.
Il 23 luglio 1920, mentre ascoltava un concerto in piazza del paese natale vicino al corso principale Kastriota, in divisa di bersagliere, veniva fatto segno a pesanti insulti da parte di numerosi comunisti, dato che il clima politico era molto cambiato rispetto all'anno precedente. La minaccia verbale non tardò a trasformarsi in minaccia fisica, tanto che Schirò dovette impugnare e difendersi con la baionetta in dotazione. Inseguito, per le strade del paese, giunse nei pressi di un circolo ricreativo agricolo, e veniva raggiunto da 53 coltellate mortali.


Con decreto 20 dicembre 1925 veniva concessa la Medaglia d'Oro.

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