mercoledì 9 novembre 2011

1898 - 1968 quando anche lo spazio parlava italiano

Mario Pezzi (Fossano, 9 novembre 1898 – Roma, 26 agosto 1968) è stato un generale e aviatore italiano, primatista mondiale con un volo ad alta quota con un aeroplano ad elica.




Mario Pezzi nacque Fossano, Cuneo, da una famiglia di consolidate tradizioni militari: il padre Luigi, generale d'artiglieria, i fratelli Pio sottotenene di fanteria deceduto sulle montagne del Carso il 23 ottobre 1915 alla giovane età di 19 anni e Enrico, Generale di Brigata Aerea della Regia Aeronautica e aviatore pluridecorato. Conquistò il suo primato partendo da Montecelio (Roma) a bordo di un biplano Caproni Ca.161bis con motore Piaggio P.XI RC.100/2v e cabina stagna, indossando uno speciale scafandro e raggiungendo la quota di 17 083 metri. Il suo primato è ancora imbattuto.




In quegli anni americani, tedeschi, inglesi e francesi si contendevano questo record, e nella gara era entrata anche l'Italia con i 14 433 metri raggiunti nel 1934 da Donati su Caproni Ca.113 con motore Pegaso.
Nel 1936, l'inglese Swain toccava i 15 230 metri con un Bristol Type 138; ma nello stesso anno Pezzi lo batteva con 15 635 metri raggiunti a bordo di un Caproni Ca.161. Nel 1937, l'inglese M.J. Adam lo superava a sua volta con 16 440 metri a bordo sempre di un Bristol Type 138. L'anno seguenti Pezzi conseguì il suo primato tuttora valido per velivoli ad elica.




In entrambi i primati aerei conquistati da Pezzi sono contenute in embrione tecnologie poi utilizzate in ambito spaziale: il 7 maggio 1937, Pezzi salì a quota 15.655 metri indossando una speciale tuta pressurizzata e riscaldata elettricamente, ed un casco a tenuta stagna, che era simile alle moderne tute astronautiche e fu la prima nel suo genere utilizzata operativamente. Invece il Ca161 bis, progettato dall'ingegnere Verduzio, con il quale Pezzi toccò i 17.083 metri il 22 ottobre del 1938, era dotato di un'altra grandissima innovazione: una speciale cabina stagna, la prima al mondo di questo tipo, antesignana di una capsula spaziale.






La storia di Pezzi si incrocia con quella delle attività spaziali italiane oltre che per l’aver utilizzato per primo al mondo in attività operativa gli antenati delle tute spaziali e delle capsule spaziali, per aver affidato a Luigi Broglio il Reparto Studi Direzione Armi e Munizioni (SDAM, che si occupava anche di razzi), un fatto determinante nel futuro di Broglio e dell’astronautica italiana. Così lo raccontò lo stesso Broglio: “Nel 1956, il segretario generale dell’aeronautica Pezzi, detentore del primato di quota per veicoli a pistone, mi chiamò dicendomi che era deceduto il maggiore a capo del reparto studi direzione armi e munizioni (che si occupava anche di razzi), e che voleva che io prendessi il suo posto. Risposi che non mi intendevo di razzi perché mi ero sempre interessato di aeroplani. Lui mi rispose: “Allora mi indichi un colonnello o un generale del genio aeronautico al quale possa dare questo incarico”. Preso di contropiede, risposi che non conoscevo nessuno. “Se non conosce nessuno, allora ci vada lei!”, concluse Pezzi. Grazie a Pezzi, Broglio cominciò dunque ad occuparsi di missilistica già un anno prima che lo Sputnik venisse lanciato

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