domenica 16 ottobre 2011

I soliti noti, i soliti impuniti.

 
Trentini a Roma: un arresto e due feriti

Ci sono le sirene, a coprire il messaggio che più contava: una telefonata simbolo di una giornata guastata. Dall'altro capo del filo, è il segretario della Filcams Cgil trentina Roland Caramelle che tenta di spiegare. Spiegare come «la partecipazione massiccia e pacifica di tante persone vogliose di riprendersi il futuro sia stata importante». Invano, perché tutto è stato coperto, oscurato, calpestato dalla violenza: tanto che ci sarebbe anche un trentino tra gli arrestati - dodici - dalla polizia nella tarda serata di ieri per gli scontri. Si tratterebbe di uno studente diciassettenne di Arco, fermato in via Emanuele Filiberto per lancio di oggetti e petardi contro la polizia. Oltre a questo, la spedizione trentina conta due feriti lievi, uno ad una mano ed uno alla testa. Entrambi sono comunque rientrati in Trentino regolarmente in serata dopo essere stati medicati all'Umberto I. Violenza che ha avuto il sopravvento su concetti senza colori: quelli del disagio e della voglia di riscatto che quasi 400 trentini hanno voluto esprimere scendendo a Roma ieri con sette pullman. Lo stesso concetto che aveva espresso da Parigi in mattinata anche il futuro presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, uno che di certo non ha le stesse idee di Caramelle, per dire. Eppure il messaggio, contro lo smarrimento di questi lunghi mesi, è più forte delle opinioni di ognuno. Ieri chi era a Roma c'era per gridarlo pacificamente. Ma difficilmente questo grido arriverà. Così come è stato difficile sentirlo arrivare al telefono, coperto dal continuum di sirene. Il fatto è che ieri a Roma c'erano gli indignati, certo: lavoratori, studenti, giovani, meno giovani. Ma c'erano anche gli incivili: bande di scalmanati che hanno messo a ferro e fuoco la capitale, scatenando la reazione degli stessi manifestanti e delle forze dell'ordine. Generando quel caos che - suvvia, si sa come vanno queste cose - sarà l'unica cosa che rimarrà nella memoria di questo 15 ottobre. Cancellando, sovrastando quello che contava. «Per questo sono stati gli stessi partecipanti al corteo che per primi hanno cercato di allontanare, cacciare, isolare questi ragazzi con i caschi e il volto coperto, che con la manifestazione non c'entravano nulla - spiega Tommaso Olivieri , che ha organizzato l'unico dei sette pullman partito da Arco - ma è stato un peccato, perché la gran parte di noi ha dovuto fermarsi al Colosseo: proseguire era impossibile. Abbiamo visto di tutto: auto date alle fiamme, addirittura una casa, fumogeni. Vere e proprie bombe che ci scoppiavano a pochi passi». «Siamo sdegnati - rincara Jacopo Giannini , portavoce del gruppo giovanile di Sinistra ecologia libertà di Trento - perché una minoranza di teppisti organizzati ha rovinato una giornata pacifica con comportamenti inqualificabili, che hanno danneggiato mezzi e cose di cittadini che non avevano nessuna colpa, oltre a scatenare la reazione delle forze dell'ordine e a danneggiare tutti quelli che erano scesi qui per lanciare messaggi precisi con civiltà». «Non credo proprio che chi ha scatenato gli scontri facesse parte del corteo - racconta Stefano Bleggi , del Centro sociale Bruno - dato che le modalità scelte dal coordinamento 15 ottobre e da tutte le altre realtà che hanno aderito a questa giornata per manifestare, erano ben altre. Certo, purtroppo la massa che stava sfilando era davvero imponente, e sta all'intelligenza di ognuno decidere cosa fare e non fare». Bleggi è stato uno dei pochi trentini a Roma che è riuscito a raggiungere piazza San Giovanni: «Quasi tutti sono stati fermati tra i Fori imperiali e il Colosseo, per lo scoppiare degli scontri e le cariche delle forze dell'ordine. Io in piazza San Giovanni ho assistito a reazioni scomposte anche da parte di queste, con mezzi che volutamente sfrecciavano a velocità sostenuta per disperdere la folla, con il rischio concreto di investire qualcuno e senza curarsi del fatto che questa era composta per la maggior parte da manifestanti, e non da violenti». Il problema è proprio che alla fine l'opinione pubblica, non ne ricorderà la distinzione. E anche se l'auspicio della delegazione trentina, mentre dalla stazione metro dell'Anagnina si avvia verso casa, è che non sia così, non ci si illuda: della lotta civile per un futuro migliore si ricorderanno in pochi.
l'Adige 16/10/2011

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Chissà se i signori in questione hanno letto questo:

"Compagn@ tutt@: sapete già che il 15 Ottobre prox 2011 a Roma si terrà la manifestazione contro il sistema, e lo specifico è proprio questo: seppur si siano accodati a cose fatte CGIL e suoi lacchè, l'iniziativa (europea) nasce con spirito sorprendentemente rivoluzionario. Pare che col crollo di tutto ciò che può crollare di organico al sistema capitalista anche i sassi inizino a muoversi. L'occasione è unica; a Roma si troveranno centinaia di migliaia di persone anche se tutti i media di stato censurano e non dicono nulla di ciò. SICURAMENTE le FORZE di POLIZIA ci ATTACCHERANNO anche non dovesse esserci il minimo intento conflittuale (che comunque ci sarà e DEVE ESSERCI da parte nostra): dobbiamo tutti, rivoluzionari di ogni tendenza, comunisti, libertari e tutto/i coloro che saranno lì per rabbia e coscienza del baratro nel quale ci vogliono gettare DEFINITIVAMENTE, COMBATTERE !!!!! Non come a Gneova nel 2001 ! Non come il 14 Dicembre 2010 ! Non dobbiamo fermarci ! Portare con se' di "tutto" per PRENDERE e TENERE la 'PIAZZA' ! Se ci accoppano dei compagni non paralizziamoci, non diamo in isterismi ma rispondiamo colpo su colpo ! La forza della disperazione può vincere i mercenari del capitale. 10mila guardie non possono fermare 40mila ribelli ! Non scomodiamo Napoleone che rammenta: "qualunque sia la disparità delle forze in campo in favore di una forza piuttosto che l'avversa, esiste sempre un fattore X di incognita: la morale e lo spirito dei combattenti, la coscienza di difendere la ragione." Diffondete. Dobbiamo creare un governo provvisorio popolare. Sembra impossibile, ma la Storia è ancora da scrivere. NON UN PASSO INDIETRO ! I compagni di ogni dove si stanno preparando per il 15: i compagni della ValSusa (onore a loro), gli operai, gli studenti, gli emarginati di sempre... ma non cadiamo nella retorica... COMBATTERE !"


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Indignati: CasaPound Italia, black bloc 
alibi per proteggere soliti impuniti
Iannone, la prossima volta anche noi in piazza per manifestare e difendere Roma

Roma, 16 ottobre – ‘’I black bloc non esistono, sono l’ennesimo alibi di chi si ostina a voler proteggere i soliti noti. A distruggere la città, a incendiare macchine di cittadini indifesi, a trasformare 20 metri cubi di sampietrini in proiettili sono stati gli stessi che il 28 ottobre del 2008 hanno impunemente messo a ferro e fuoco piazza Navona per difendere le ragioni dell'antifascismo militante contro il Blocco studentesco; gli stessi che hanno incendiato cassonetti e devastato il centro di Palermo per impedire la presentazione del libro di Domenico Di Tullio ‘’Nessun dolore, una storia di CasaPound’. Gli stessi che hanno devastato Cuneo e ferito gravemente un nostro responsabile per scongiurare l’apertura di una sede di Cpi e che ogni giorno aggrediscono i nostri militanti nelle Università di mezza Italia per impedirgli di fare politica. Sono quelli che fanno i cortei scortati dalla polizia e che arrivano a Roma in pullman con de Magistris’’. Lo afferma in una nota il presidente di CasaPound Italia Gianluca Iannone.

‘’Il signoraggio, l’usura, l’emergenza casa, il precariato sono i problemi del paese, e non da ora - aggiunge Iannone - Sono gli stessi problemi contro cui il nostro movimento si batte da anni in una beata solitudine. Eppure il governatore uscente della Banca d’Italia, pur condannando gli episodi di violenza, ha ritenuto di esprimere solidarietà e comprensione ai cosiddetti indignati. Il fatto che Draghi offra ‘protezione’ a questi 'ragazzi' la dice lunga su chi ci sia dietro queste scene di follia collettiva. Quanto a noi, che ogni giorno lottiamo nelle strade, nelle scuole e nelle università di tutta Italia per affermare questi principi, ieri in piazza non c’eravamo, ma la prossima volta indiremo una contromanifestazione contro le banche, l'usura e i ladri di futuro e per difendere la nostra città''.

info: 3478057510
www.casapounditalia.org

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