mercoledì 26 ottobre 2011

1947 - 1992


Walter Spedicato (Novoli, 26 ottobre 1947 – Parigi, 9 maggio 1992)
“Chi muore per una causa santa riposa in pace anche in terra straniera”

Walter Spedicato nato a Novoli (Lecce), il 26 ottobre 1947.
Iniziò a fare politica quando frequentava la facoltà di giurisprudenza.
Fu tra i fondatori di Lotta di Popolo e gestì a lungo la Libreria Romana.
Nel 1976 fondò Terza Posizione: alla riunione che ne sancì la nascita parteciparono Roberto Fiore, Gabriele Adinolfi e Peppe Dimitri.
In questi giorni, il 26 ottobre Walter Spedicato avrebbe compiuto 63 anni.
Per sapere di più su Walter abbiamo pensato di fare delle domande a Gabriele Adinolfi, che oltre ad aver fondato con Walter terza posizione ha condiviso con lui un sentimento profondo di fraterna amicizia.

Ciao Gabriele, inziamo con la domanda più importante: chi era Walter?
Una persona solare e senza peli sulla lingua.
Qualcuno in grado di mettere in riga capi carismatici, picchiatori e pistoleri se solo si comportavano in modo non consono al dovere, alla generosità e alla lealtà.
Ho visto vacillare fior di energumeni e di ergastolani quando li incalzava.
Walter, che non era un picchiatore né un guerrigliero ma che mai si è fatto indietro di fronte al pericolo, faceva loro abbassare lo sguardo se era il caso.

Come vi siete conosciuti?

Nel 1971 il gruppo in cui militavo, il Fronte Studentesco che agiva nel mio liceo, aveva addentellati universitari. Partecipammo ad un'occupazione, peraltro breve, di Architettura (quella della famosa Valle Giulia). Se non erro lo incontrai in quell'occasione; allora aveva la chioma folta e arruffata e due baffoni da moschettiere. Viveva come studente fuori sede in un appartamentino a cinquecento metri da casa mia; lo condivideva con altri due o tre militanti di Lotta di Popolo.
Iniziammo a frequentarci. Poi nel 1974 il mio gruppo confluì in Lotta di Popolo, la quale però si sciolse di lì a poco.
Walter fu colui che, dalla Libreria Romana, rese possibili gli incontri tra noi che fondammo Terza Posizione alla quale aderì senza un ruolo ben definito.
Ma per darvi l'idea di chi era Walter, scese in Italia da latitante, frequentando peraltro i Nar, insieme a me; io avevo il dovere di cercare di risolvere le stuazioni ingarbugliate e praticamente disperate in cui versava allora TP; Walter non aveva questo dovere, non rivestendo alcun incarico, ma lo sentiva comunque e lo svolse senza esitazione.

Come spiegheresti il fatto che ad oggi per molti la figura di Walter è per così dire meno conosciuta rispetto ad altre?
Mi ripugna dover dare questa risposta ma non posso farne a meno.
Walter è poco conosciuto perché i più ricordano solo ciò che fa audience. Se uno è amico di un ergastolano o di un deputato se ne vanta. Se poi conosce qualcuno che ha un minimo di potere lo frequenta. Se si tratta di un morto in esilio da tanti anni chi volete che se ne ricordi?
La cosa peggiore è che la sola volta che ho sentito parlare pubblicamente di lui e rendergli gli onori in televisione  è stato ad opera del leader di Autonomia Operaia Oreste Scalzone.
Questo per far riflettere un po' quelli che ancora ci parlano di “unità d'area”. Quale area? Qui si tratta di un coacervo di morti viventi!

Se oggi fosse vivo secondo te cosa penserebbe di CASAPOUND?

Si rischia sempre di essere arbitrari quando si sostiene di conoscere il pensiero di qualcuno che non è fisicamente con noi. Tuttavia, conoscendolo come lo conobbi e conoscendo Casa Pound come la conosco, non ho difficoltà a giurare che ne sarebbe innamorato.
Da innamorato, sarebbe poi probabilmente un severo rompiscatole; ma uno che non le rompe mai in maniera distruttiva e che, soprattutto, dà sempre l'esempio.
Magari Walter e Casa Pound avessero potuto incontrarsi!

Chiudiamo con un saluto ai nostri lettori ed un pensiero dedicato a Walter…
Spero di aver dato un minimo d'idea ai lettori della sua figura.
In quanto al pensiero per Walter ripeterei quello che, su magnifico suggerimento di Alain de Benoist, stampammo sul “santino” runico alla sua dipartita: “Chi muore per una causa santa riposa in pace anche in terra straniera”.
E' vero che le sue ceneri sono state traslate al cimitero di Ghedi dove vivono il fratello e la cognata, ma la sua terra era a Novoli e a Porto Cesareo e quindi quell'epitaffio, purtroppo, vale ancora.

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