mercoledì 14 settembre 2011

La schiavitù esiste.

Marangoni: a casa operai ed impiegati
l'aziende conferma il ricorso alla mobilità
ma prende tempo sul numero dei tagli

Ormai è certo anche se i numeri ufficiali saranno comunicati ai sindacati solo venerdì. La conferma degli esuberi e della riduzione di organico alla Marangoni, però, è arrivata ieri dai vertici aziendali che, come detto, si sono presi alcuni giorni di tempo per l'annuncio formale e la quantificazione dei licenziati. Quanto era nell'aria, insomma, è ora una drammatica realtà e stavolta la mannaia sull'occupazione riguarderà anche gli impiegati. Quel è che peggio, però, è che a perdere il lavoro saranno persone non più giovani ma nemmeno così anziane, professionalmente parlando, da aver diritto alla pensione. Altre famiglie, quindi, rischiano di ingrossare le fila di chi finirà sotto la soglia di povertà a causa della crisi economica e della latitanza di posti di lavoro in giro. I vertici della Marangoni (D'Alessandro e Balzarini), in attesa dei numeri ieri hanno comunicato alla Rsu e ai sindacati la prossima apertura della procedura di mobilità al termine della cassa integrazione straordinaria che si chiuderà il 24 novembre. «Le incertezze dello scenario macroeconomico ci costringono a portare a completamento celermente il progetto di razionalizzazione degli assetti operativi iniziato circa due anni fa. - dicono in via del Garda - Ad inizio 2009, a fronte di una crisi la cui dimensione e durata era di difficile previsione, piuttosto che prendere immediate gravi decisioni a livello occupazionale si è concertato di utilizzare gli ammortizzatori sociali per programmare alcune soluzioni che permettessero di minimizzare gli impatti. L'adozione della cassa straordinaria per due anni e mezzo ha permesso di affrontare nell'immediato la crisi aziendale e di riorganizzare il gruppo confidando nella ripresa del mercato. Ciò ha portato alla chiusura di Verona, alla concentrazione a Rovereto della direzione di Gruppo, al riallineamento dei volumi produttivi, all'apertura di nuovi canali distributivi all'estero e alla costituzione del Technology Center». In sintesi, Marangoni assicura di aver fatto il possibile per evitare di concretizzare quel tragico annuncio di 70 esuberi di tre anni fa. In fabbrica, quindi, si taglia personale e stavolta, oltre agli operai, salteranno anche i colletti bianchi. I sindacati, ovviamente, si aspettavano questa notizia. «Pensavamo che oggi fosse il giorno in cui si scoprissero le carte - conferma Mario Cerutti della Cgil - ma dopo tre ore di discussione Marangoni si è presa qualche giorno di tempo per quantificare il numero di esuberi. L'ordine di grandezza rimane quello intorno ai 40 licenziati: che poi siano 39 o 43 si vedrà. Non capiamo la necessità di questo rinvio. Alla fine ci siamo aggiornati a venerdì mattina». Per Corrado Dalvit della Cisl, «ci aspettavamo un inizio di procedura di mobilità perché sta nelle carte e nei tempi stabiliti dalla legge. L'azienda si è presentata con quello che ha fatto, con le prospettive del prossimo futuro e ha detto che vogliono fare alcune riflessioni rispetto alla partenza della procedura. Ma i numeri sono nelle carte: 40 esuberi. Purtroppo il gruppo si è ridimensionato se si pensa alle chiusure di Feltre con 80 lavoratori e Frosinone con 30. Da parte nostra abbiamo detto all'azienda di ricordarsi quanto ha fatto il Trentino per Marangoni». Sulla stessa riga Alan Tancredi della Uil: «L'intenzione di licenziare c'è. Proveremo ad abbassare il numero. Ho detto all'azienda di cercare prepensionamenti ma l'azienda non si è sbilanciata. Perdere il lavoro in questo periodo è devastante. L'età media è alta e in ballo ci sono famiglie».
l'Adige 14/09/2011

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Un nuovo assunto
su cinque è straniero

TRENTO - Un assunto su cinque a fine anno in Trentino sarà straniero. La previsione sui contratti di lavoro non stagionali è della Fondazione Leone Moressa, secondo la quale nel 2011 saranno assunti 1.490 stranieri: il 20,7% del totale dei nuovi lavoratori. La nostra provincia si trova al quarto posto nella classifica nazionale, ed è preceduta da Ravenna (21,1% di incidenza), Parma (23,1%) e Mantova (24,5%), confermando che la propensione all'assunzione di stranieri rimane più elevata nelle aree del Nord.
Guardando alle assunzioni nel loro complesso, a livello nazionale gli immigrati copriranno il 16,3%, una cifra ben al di sotto della percentuale che raggiungerà il Trentino Alto Adige a fine anno. In regione si prevede infatti un'incidenza degli assunti stranieri pari al 27,1% (fra gli stagionali sono il 32,3%). Per quanto riguarda la variazione fra 2010 e 2011, si osserva complessivamente una flessione del 42,9%: gli immigrati assunti a fine anno saranno 9.610.
l'Adige 14/09/2011

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Immigrazione: una risorsa. Per chi li sfrutta.

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