martedì 26 luglio 2011

L'altrui crisi con la tua terra



Trento: il Comune vende
e fa cassa con immobili


TRENTO - Il Comune fa cassa con gli immobili. Con la riorganizzazione e la vendita delle sue proprietà palazzo Thun conta di migliorare il proprio saldo di bilancio di 5 milioni 315 mila euro, senza contare i risparmi derivanti da canoni di locazione e spese accessorie, che valgono altri 512 mila euro all'anno. Il piano di valorizzazione del patrimonio comunale, che ha valenza triennale, è stato presentato ieri dall'assessore ai lavori pubblici e patrimonio Italo Gilmozzi ai membri della commissione bilancio e attività economiche, presieduta da Daniele Bornancin. Scuole. Tra le novità inserite nel Piano c'è l'ipotesi, allo studio, di un accorpamento tra le scuole elementari Bellesini e le Schmid, entrambe localizzate nel quartiere di Cristo Re. L'idea è di ampliare le Schmid, che sorgono nella via omonima, per un volume di 2.700 metri cubi, sufficiente a ricavarne sei aule nuove con relativi servizi e aumentare la capienza della mensa.

L'accorpamento delle Bellesini renderebbe libero l'immobile occupato da queste e dal Centro Giocastudiamo in via Stoppani 3. Sono 940 metri quadri a piano terra e 740 metri sugli altri tre piani per un totale di 3.160 metri, quanto basta secondo i calcoli dei tecnici per ospitare la nuova sede della circoscrizione Centro storico-Piedicastello e la Scuola musicale Il Diapason. L'operazione porterebbe a una razionalizzazione ma in questo caso comperterà più spese che guadagni; si calcola infatti che per l'ampliamento delle Schmid e la sistemazione delle Bellesini siano necessari 2 milioni, a fronte di un'entrata per la vendita dell'attuale sede di circoscrizione di 1 milione 250 mila euro. Bisogna però aggiungere il risparmio delle spese di locazione della scuola musicale Il Diapason e delle spese accessorie, in totale circa 130 mila euro all'anno. Un altro accorpamento, questo già deciso, riguarda la scuola materna Collodi di via Martini 4 che sarà liberata e con l'avvio del nuovo anno scolastico verrà accorpata alla scuola materna San Giuseppe. Il piano propone di adattare l'immobile, 145 metri quadri per ognuno dei due piani di proprietà comunale, per adattarlo ad ospitare il centro per le associazioni attualmente sito negli in due appartamenti, anch'essi del Comune, in via Vittorio Veneto 24.

Questi hanno una superficie complessiva di 270 metri e potrebbero essere posti in vendita al prezzo di 680 mila euro, a cui va aggiunto un risparmio annuo di 4 mila euro di spese. Via Bronzetti. La ex sede della Polizia municipale e del servizio attività sociali di via Bronzetti è attualmente occupata in via provvisoria dal Servizio Funerario, che andrà in via Giusti alla fine della ristrutturazione dell'immobile posto all'ingresso del cimitero, e dagli ambulatori dell'Azienda sanitaria in locazione. È allo studio un progetto che ne prevede il trasferimento del Servizio casa e residenze protette e del Polo sociale, entrambi in locazione, del Servizio ambiente e dell'attività decentrata del Servizio attività sociali di corso Buonarroti. Il risparmio annuo per locazioni e spese si aggirerà sui 230 mila euro, a cui vanno aggiungi altri 50 mila euro almeno per il trasferimento della sede dell'Azienda forestale Trento-Sopramonte, oggi in locazione a palazzo Onda in via Lunelli, presso l'immobile comunale di via Ghiaie liberato dal Servizio ambiente. Ex Upt via del Torrione.

L'edificio di via del Torrione 10 ospita attualmente una scuola materna, un asilo nido, il Centro genitori al secondo piano e la sede di Anpi e Telefono Amico al quarto piano. Dopo il trasferimento dell'Università popolare c'è disponibilità di spazi e con un intervento adeguato tutto il quarto piano potrebbe essere destinato a sede di associazioni, ospitando anche quelle oggi collocate in locazione in Largo Nazario Sauro 11, con un risparmio annuo di 80 mila euro. Cessioni a Itea. Una parte importante del Piano Gilmozzi è costituita dalla cessione di terreni e fabbricati all'Itea. Tra questi un lotto di 651 metri quadri in via Sabbioni a Povo che il Comune non è riuscito a vendere in due aste pubbliche per mancanza di offerte.

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I precedenti: poco prima della grande crisi dell'Argentina del '99 il governo decise di vendere gli immobili per far fronte al debito pubblico, assicurando così qualche anno di benessere ma ricadendo poi nella crisi più profonda a causa degli affitti. (a tal proposito consiglio "L'Indio che voleva essere re" di Gabriel Tambini - Edizioni l'Uomo Libero).

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