mercoledì 27 aprile 2011

Carega Forever

Per il dopo Dellai
ecco Molinari in campo




TRENTO - «Dobbiamo interrogarci con serenità su come andare oltre questa fase della storia dell'autonomia caratterizzata dal pensiero e dall'azione di un uomo di valore come è Lorenzo Dellai. Lo dico con la consapevolezza di chi non è sempre stato d'accordo con lui e non lo ha mai nascosto a differenza di altri». Il senatore Claudio Molinari, sconfortato dalla politica romana, è deciso ad essere sempre più protagonista della scena trentina e dopo l'uscita dal gruppo del Pd al Senato e di fatto dal partito, sembra sentirsi ancora più libero di muoversi in vista delle elezioni provinciali del 2013, anche se sa bene che a due anni dall'appuntamento elettorale sarebbe sciocco spingersi troppo avanti.

Senatore Molinari, cosa ci dice della sua cena con il presidente Dellai? Mi fa sorridere parlare di cene, perché di questi tempi veramente sento solo dire delle cene di Grisenti, che danno presente dappertutto. Vorrei precisare però che a cena con Durnwalder non sono mai andato, ma con Dellai tante volte, così come in questi mesi ho incontrato molti amministratori del mio collegio e Ugo Rossi, che mi ha piacevolmente sorpreso perché è una persona dinamica. Se interessa, ho mangiato anche un panino con Mauro Gilmozzi (Upt). Mi spiace invece che il nuovo presidente del consiglio provinciale (Dorigatti, Ndr.) abbia voluto incontrare l'universo mondo ma non la delegazione del parlamentari.

Torniamo a Dellai: si sta preparando per la successione? ( Molinari ride ) Ha ragione Fravezzi: passerà ancora tanta acqua sotto i ponti prima delle elezioni. E al di là delle alchimie sulle persone, le sigle e i padrinati, su cui io non ho ansie, la realtà è che in Trentino c'è una larga fascia di persone che non sono organiche ai partiti e che condividono la necessità di una presenza politica che dia ragione del senso di «moderazione» che è parte integrante di uno stile di fare politica che ha la sua radice in Trentino. Lei è uscito dal Pd sostenendo che l'«area moderata» non era rappresentata. Ora a livello locale dove si colloca, nell'Upt? Io sono d'accordo con chi ha detto che nel 2013 sarà tutto diverso. E oggi non mi appassiono alle sigle, che in Trentino, a parte forse il Patt e la Lega, non hanno una consistenza particolarmente significativa. Sul livello nazionale, è palese a tutti che il centrodestra senza Berlusconi sarà un'altra cosa, mentre il centrosinistra si ostina a pensare di tenere fuori i moderati e così non sarà mai in grado di superare il 50% dei consensi. Manca l'umiltà di fare un passo indietro. Quindi non si sente di alcun partito? Non mi preoccupo troppo delle sigle. Io sono sempre stato espressione più di una coalizione, sono senatore del centrosinistra autonomista.

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I soliti vecchi tromboni politicanti di mestiere che si susseguono per investitura. E' mille anni che in Trentino va così e ormai i giornali non si domandano neppure come andranno le elezoni: sanno tutti benissimo che il nuovo Megapresidente non sarà il più votato ma un qualsiasi Signorsindaco messo su da sua Eccellenza in persona. Mille anni di medioevo.

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