sabato 26 marzo 2011

Chi non sente la crisi?


Strage di piccoli negozi:
350 chiusure


Trentino si contano 350 cessazioni di aziende del commercio al dettaglio. Le nuove imprese che hanno avviato l'attività, invece, sono 212. Il saldo negativo è quindi di 138 esercizi commerciali, il più alto dagli ultimi anni. Nel 2009 le cessazioni erano state 380, ma le nuove aziende erano a quota 264, con un saldo negativo di 116 unità. Nel 2008 il saldo, sempre negativo, era di 100 esercizi, dato dalla differenza fra 340 chiusure e 240 aperture. I dati comprendono sia il commercio in sede fissa che quello ambulante, ma la crisi riguarda entrambe le tipologie. Ed è concentrata soprattutto nelle città, a partire da Trento. Secondo Movimprese, l'archivio statistico delle Camere di commercio, alla fine dell'anno scorso in provincia c'erano 4.655 imprese attive nel commercio al dettaglio, escluso il comparto autoveicoli, cioè concessionarie e officine. Del totale, 284 sono società di capitali, dove si concentrano i supermercati e i negozi maggiori, tranne quelli cooperativi. Sono 1.564 le società di persone, che gestiscono quasi tutte piccoli negozi. Le ditte individuali ammontano a 2.716 e qui si concentrano i commercianti ambulanti. Le altre forme giuridiche in Trentino corrispondono alle cooperative, sia del circuito Sait che di quello Dao, e contano 91 imprese attive. Le coop negli ultimi anni sono praticamente stabili di numero. Le aziende individuali e familiari risultano invece quelle con la maggiore natalità e mortalità. L'anno scorso tra le ditte individuali le cessazioni sono state 270 e le nuove attività 193, mentre tra le società di persone hanno chiuso in 66 e aperto in 17. Qualche segnale di sofferenza si registra anche nelle società di capitali, che perdono 13 ditte e ne guadagnano due, ma nel complesso spa e srl sono in crescita negli ultimi due anni. Per capire quali tipologie di negozi chiudono e quali aprono ci aiuta un'altra rilevazione della Camera di commercio, quella trimestrale sulla situazione economica della provincia. Tra il dicembre 2009 e il giugno 2010 sono diminuiti soprattutto gli esercizi di sole bevande, scesi del 7,3% da 55 a 51, con una perdita di oltre 200 metri quadri (-6,8%). Le librerie sono calate da 53 a 50 (-5,7%), con la superficie di vendita scesa da 4.734 a 4.487 metri quadri. Giù anche i negozi di frutta e verdura, passati da 104 a 100 con un calo del 3,8% in numero ma del 7,4% in superficie. I panifici risultano diminuiti da 231 a 226 (-2,2%). La loro superficie di vendita scende da 7.806 a 7.563 metri quadri (-3,1%). In calo di tre negozi ciascuno le macellerie (-1,9%) e la vendita di prodotti tessili (-1,4%). Scendono di cinque invece, da 358 a 353 (-1,4%), i negozi di ferramenta e materiali di costruzione. Ma si registrano anche i boom di crescita. In testa i negozi di telefonia, saliti del 22,7% da 22 a 27, con un incremento del 23% della superficie di vendita, che sfiora i 1.500 metri quadri. Aumentano pure i negozi di elettrodomestici, da 9 a 12 (+33%), le tabaccherie, da 295 a 304 (+3,1%), i negozi di articoli sportivi, da 230 a 234 (+1,7%). Al di fuori del settore commerciale, però, i dati delle Camere di commercio confermano il boom degli uffici bancari e finanziari: da 86 a 100 imprese in provincia in due anni.

l'Adige 26/03/2011

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Ma guarda che le banche non sono mai in crisi...
L'uomo è morto. L'economia ha vinto. Paradossi.

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