venerdì 11 febbraio 2011

Ricordare la resistenza




La resistenza va ricordata.
Ebbene si, guardatela tutti la resistenza, eccola!
Non servono mistificazioni, menzogne e infamità, la resistenza va guardata per quello che è e soprattutto quello che fa.
Non servono interpretazioni e intermezzi: sono i nipoti stessi della resistenza a mostrarsi e definirsi per quello che sono.
Questi sono i figli della resistenza, quello che dicono e quello che fanno. Questo sono i degni nipoti della liberazione e dell'odio.
Non so se in malafede o per ignoranza, questa è la gente che va sottobraccio con voi, cari politicanti. Questa è la resistenza che ha liberato la vostra Italia: fomentata dall'odio cieco e dalla repressione.
Cari assessori, questo è ciò che vi piace tanto e vi fa gongolare fieri e impettiti.
Questa è la gente di cui cercate l'appoggio e l'approvazione.
Questi sono i valori della resistenza, che poi non ho mai capito che valori siano: se sia sbandierare valori che questi ominicchi non hanno mai applicato o se la resistenza stessa sia un valore...
Questi mezzi uomini che non hanno rispetto, non dico della vita, ma nemmeno della morte.
Questi che ammazzare un fascista non è reato.
Non serve inventare, queste cose marxiste appartengono a loro.
Non serve nemmeno immaginare: hanno già fatto e detto tutto.
Questi sono i partigiani, anpippe, bruni, infiltrati, imboscati, invidiosi spie e mezzeseghe di ogni età.

INFAMI COME I LORO NONNI.

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