lunedì 28 febbraio 2011

Non muoio neppure se mi ammazzi

Sindaco, partiti e centri sociali

Il sindaco indica ai centri sociali dove colpire
Un ferito grave dopo l'aggressione


CUNEO Sono arrivati in cento. Armati di aste e bombe carta. Per due ore hanno tenuto in scacco un quartiere della Cuneo storica fronteggiati da poliziotti, carabinieri, finanzieri e perfino vigili urbani. È finita con I. B. (33 anni) di Casa Pound di Torino grave in ospedale per un cubetto di porfido in testa, un carabiniere ferito, e 8 contusi tra le forze dell’ordine. Tanti danni (vetri d’auto spaccati, arredo divelto, scritte) e la paura di un quartiere che fino a notte è rimasto in stato d’assedio sotto la minaccia di quel drappello di violenti arrivati dai Centri sociali di Torino con un solo obbiettivo dichiarato: impedire l’apertura di una sede di «CasaPound».

Cuneo è Città Medaglia d’oro alla Resistenza, guidata da un giunta di centrosinistra con Rifondazione. L’idea che venisse aperto un circolo di «CasaPound» a molti non è andata giù e, a inizio settimana, Comune, sindacati e Istituto Storico della Resistenza hanno riunito il Comitato antifascista. Decisione: organizzare un presidio nonviolento sulla piazzetta del municipio per testimoniare il «no» all’apertura del «circolo di chiara ispirazione neofascista». Sicuramente il sindaco Alberto Valmaggia non si aspettava l’arrivo dei Centri sociali di Torino. Dei trecento in piazza per il «presidio antifascista» un centinaio arrivava da fuori. E si sono fatti subito sentire con il lancio di due potenti petardi. Il sindaco, dal palco: «I violenti qui non sono ben accetti. Voi non siete i benvenuti». L’hanno coperto di fischi. Hanno aspettato l’intervento del segretario provinciale di Rifondazione Fabio Panero, poi di Livio Berardo, presidente dell’Istituto Storico. E si sono alzati come a un comando. Hanno attraversato via Roma per raggiungere il circolo «CasaPound» che già nella notte era stato sfasciato e coperto di scritte. A difendere la quarantina di ragazzi della destra (metà cuneesi, metà da Torino) c’erano un centinaio tra militari e poliziotti in tenuta antisommossa.

Il corteo si è mosso rapido e violento. Prima il lancio di una decina di bombe carta, poi le cariche con aste di bandiera, cinghie, manganelli. Dalle retrovie il lancio di sampietrini e bottiglie di birra verso il gruppetto della destra che ha reagito. Il primo ferito è stato Filippo Palagreco, conosciuto in città perché è carabiniere di quartiere: un cubetto di porfido l’ha colpito ad un ginocchio. È rimasto a terra, urlando. Poi l’assalto a un’auto della Finanza, e ancora bombe carta. Con rapidità il gruppo dei centri sociali si è spostato da via Mondovì a via Diaz, nel quadrilatero dove è stato aperto il il circolo «CasaPound». Momenti di tensione quando un cubetto di porfido ha colpito alla testa il torinese che stava alle spalle della polizia. Ha perso conoscenza. Alle 18, come si era formato, il corteo dei centri sociali si è disciolto. Nel timore di nuovi blitz «CasaPound» resta aperta e presidiata.

fonte: La Stampa

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Iannone, inaccettabile non sia stato fatto niente
per impedire aggressione annunciata


Roma, 26 febbraio - Un militante di CasaPound Italia è rimasto gravemente ferito nei tafferugli che sono scoppiati a Cuneo in seguito all'aggressione scattata ad opera di un centinaio di esponenti della sinistra antagonista, armati di tutto punto con caschi, catene e manici di piccone, che volevano impedire con la violenza l'apertura della nuova sede del movimento.

''Era una notizia annunciata - commenta il leader di CasaPound Italia Gianluca Iannone - e le istituzioni saranno chiamate a rendere conto di quanto accaduto. E' inaccettabile che nonostante le minacce e le intimidazioni, nonostante gli atti di violenza che si sono susseguiti nei giorni scorsi, nonostante solo ieri, ancora prima che aprisse, la sede di Cuneo sia stata danneggiata dagli stessi provocatori che oggi sono scesi in piazza, nessuna misura sia stata presa per prevenire un'aggressione premeditata ai danni di un'associazione legalmente riconosciuta che ha pieno diritto a svolgere la sua attività politica, che niente ha a che fare con la violenza. L'avevamo detto e a buona ragione oggi lo ripetiamo, e con più forza: gesti come questi sono figli del clima di odio politico creato dal comportamento isterico di forze politiche inadeguate, che non sono in grado di andare oltre la caccia alle streghe e il fomentare all'odio utili idioti''.

''Se a questo aggiungiamo quanto accaduto questa mattina nel centro di Bologna, dove le forze dell'ordine sono rimaste inermi di fronte al blitz dei collettivi, lasciando che entrassero nella sala dove doveva tenersi una conferenza organizzata da Cpi, ci rendiamo conto di trovarci di fronte a uno Stato che abdica alla sua funzione, che rinuncia a difendere i diritti dei cittadini per restare in balia dei violenti e dei prepotenti. CasaPound Italia comunque non si fa intimidire e continuerà a portare avanti come sempre le sue attività politiche e culturali''.

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Cuneo: CasaPound Italia, mille iscritti in meno di 24 ore sul gruppo facebook 'il sindaco di deve dimettere'

Iannone, mandanti di quanto accaduto sono le istituzioni Valmaggia in testa

Roma, 27 febbraio - Ha superato i mille iscritti in meno di 24 ore il gruppo facebook “Il sindaco di Cuneo si deve dimettere!”, nato dopo l'aggressione da parte dei centri sociali alla sede di Cuneo di CasaPound Italia inaugurata nella città piemontese.

Nei messaggi tanta rabbia e indignazione per quanto accaduto ieri, quando 150 antagonisti armati di caschi e manici di piccone hanno tentato l'assalto, lanciando bombe carta, bottiglie e sanpietrini, uno dei quali ha colpito alla testa e ferito gravemente un militante di Cpi, ora fuori pericolo. Rabbia e indignazionione determinati anche dalla circostanza che il gruppo di aggressori che ha devastato il centro cittadino, peraltro ferendo otto tra poliziotti e carabinieri, si sia staccato dal presidio antifascista promosso, tra gli altri, proprio dal sindaco di Cuneo Alberto Valmaggia e dal,consigliere comunale di Rifondazione comunista Fabio Panero.

''Un nostro militante è stato colpito in testa da un sanpietrino 'democratico' - afferma Gianluca Iannone, presidente di CasaPound Italia - Mandanti di quanto è accaduto sono le isitituzioni, capitanate dal sindaco, che avevano deciso che la sede di Cpi a Cuneo non dovesse aprire e che con il loro comportamento indegno e ipocrita hanno fomentato l'odio e di fatto legittimato alla violenza i 150 vigliacchi che ci hanno aggrediti. La sede di CasaPound comunque è aperta, e lo rimarrà, lo sappiano tutti, compreso Valmaggia, che, senza vergogna per quello che è accaduto ieri, già parla di ricorrere alla burocrazia per farci chiudere''.

Il mandante dell'aggressione

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"Igor è stato colpito da un sanpietrino democratico in testa. le isitituzioni, capitanati dal sindaco, avevano deciso che la sede di CPI non doveva aprire. Leggitimati dalle istituzioni 150 INFAMI armati di caschi e bastoni hanno assaltato la nostra comuntà piemontese a Cuneo.la polizia in assetto antisommossa E' SCAPPATA, si sappia. i nostri erano in 30. e a mani nude. e hanno lottato per difendere una promessa.

Ho sentito Igor dopo una lunga giornata fatta di paura e impotenza mentre andavo ad Assisi per il concerto. ha una brutta frattura ma ha la scorza dura. "mi hai fatto stare in pensiero" e lui "Gianluca erano una marea ma li abbiamo presi a calci in culo e cacciati da casa nostra, ci si vede a BOLZANO"."

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A Cuneo come in troppe parti d'Italia le preoccupanti relazioni tra centri sociali che fungono da braccio violento dove i partiti non possono arrivare. A Riva del Gard
a, ricordiamo, si è trattato solo di minacce personali ed agli albergatori, qui sono passati all'azione, ma le analogia sono davvero troppe. Colpevoli gli aguzzini come i mandanti.

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