lunedì 17 gennaio 2011

Il Potere e lo Schiavismo

TRENTO. Lacrime ai cancelli, malori dopo la notte di veglia aspettando lo spoglio delle schede, bandiere sindacali bruciate, le famigerate stelle a cinque punte che rispuntano sui muri. Il Trentino guarda da una posizione piuttosto defilata l'accordo che l'amministratore della Fiat, Marchionne, ha imposto a Mirafiori, ma non si sente escluso da quello che viene ritenuto un cambiamento epocale. Piccoli Marchionne in provincia non si vedono, ma l'onda lunga provocata da Torino prima o poi arriverà anche qui. Dellai è contento che abbia vinto il sì a Marchionne, ma allo stesso tempo non è dispiaciuto dall'equilibrio sanzionato dal 54% contro il 46%. «Il confronto non è finito qui, anzi da qui deve cominciare» ha detto il governatore. Esulta Ilaria Vescovi: è un accordo che farà scuola, un passo decisivo verso l'evoluzione e la modernità. La Cgil incassa ma non è al tappeto: l'autoritarismo è frenato, commenta Burli. «Il tema non ci tocca in modo così pressante - commenta il presidente Lorenzo Dellai - perché le dinamiche della Fiat e del settore auto pongono delle urgenze che le nostre aziende non hanno. Quello che ci tocca direttamente invece è il tema della produttività che riguarda anche il Trentino sia nel settore privato che in quello pubblico. Certo, anche noi abbiamo i nostri problemi e pure qui la flessibilità è un tema forte. Il cambiamento non riguarda solo l'aspetto tecnologico. Sì, sono contento che abbiano prevalso i voti favorevoli all'accordo, però sono al contempo felice che non sia stato un plebiscito. Questo costringerà tutti a tenere conto delle diverse argomentazioni poste sul tavolo nel dibattito di questi giorni, a cominciare dal tema dei diritti dei lavoratori. La politica? Non ha svolto il suo ruolo di mediatore e facilitatore, ma ha fatto quello del tifoso. Nella nostra realtà nazionale dove gli equilibri sociali sono molto fragili la politica ha il compito di guidare con prudenza questi processi». Ilaria Vescovi, presidente di Confindustria, esulta. «Bene l'accordo: dà certezze sull'investimento. Farà scuola senz'altro. In Trentino devo dire che la situazione è diversa, abbiamo una coesione dei sindacati che ci ha permesso di avere in loro degli interlocutori responsabili. L'accordo di Torino costituisce un grandissimo passo di evoluzione e di modernità e in nessun modo, e lo sottolineo con forza, viola i diritti dei lavoratori. Anzi, diventa una tutela per chi lavora veramente. Mi preoccupano dichiarazioni come quelle di Vendola che chiama alla riapertura delle battaglie per i diritti dei lavoratori. Marchionne? Ha fatto bene. Si è tolto di dosso ogni influenza e ha dato la priorità ai posti di lavoro, alle famiglie. Ha chiesto di più ma dà anche di più». La Cgil non si arrende e dà la sua lettura del voto. «Era un referendum complicato - spiega Paolo Burli, segretario della Cgil - che si teneva sotto il ricatto del posto di lavoro. Comunque il messaggio è evidente: l'autoritarismo è stato frenato. E se ci fosse qualche altro piccolo Marchionne in giro, magari in Trentino, è avvisato che così non si può fare. Non si governano così i processi che sono in atto nell'economia mondiale. In Trentino la situazione è diversa, abbiamo instaurato un rapporto di contrattazione che funziona pur con qualche problema che dovremo affrontare assieme agli altri sindacati. C'è una questione di rappresentanza nei luoghi di lavoro che va chiarito: chi può decidere e come. Il punto va subito in agenda». Il fronte sindacale è quello che in effetti ora rischia di ritrovarsi a raccogliere i cocci di una situazione esasperata. In Trentino i rapporti sono abbastanza buoni, ma non sono mancate punte aspre. Non a caso il commento di Lorenzo Pomini della Cisl diventa un dito puntato contro la Cgil: «La vittoria dei sì - conclude - deve convincere la Cgil e la Fiom che è finito il loro diritto di veto, che il mondo può fare tranquillamente a meno di loro e di quelli che non accettano le sfide dell'economia».


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Il perfetto teatrino degli schiavisti mi ricorda un gioco da bar:
RE -l'illuminato sovrano che al di sopra di ogni legge ben attento a difendere il potere
RE BOIA -la sacerdotessa del libero mercato al di sopra di ogni Stato
BOIA -i viscidi di palazzo attenti a non calpestare i piedi a nessuno, contenti della disfatta dei loro sostenitori.
SCHIAVO -i lavoratori

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