giovedì 8 dicembre 2011

Incubo casa


ICI: 120 Euro a famiglia

Un incremento medio di 120 euro per le prime case dei trentini. I 18 milioni di euro dell'Imu (di fatto l'Ici maggiorata a causa della rivalutazione complessiva pari al 63% in tutto) si spalmeranno sulle 150.000 abitazioni che, secondo una prima stima ufficiosa, rappresentano il numero di immobili che oggi sono occupate dall'80% delle 225.000 famiglie trentine che hanno la casa di proprietà. La situazione, però, cambia con forza da Comune a Comune: in mano alle singole amministrazioni, infatti, c'è la leva, come era accaduto in precedenza, per agire con forza sul fronte della pressione fiscale sugli immobili dei propri cittadini.
Ogni amministrazione dovrà entro l'approvazione del bilancio per il 2012 (dunque entro la fine di marzo del prossimo anno) mettere mano ai regolamenti per definire nel dettaglio le aliquote per le diverse categorie di immobili, oltre alle detrazioni.

Chi perde, chi guadagna.
Ai tempi dell'Ici sulla prima casa sugli allora 223 Comuni (oggi ridotti a 217) ben 12 avevano annullato completamente l'Ici prima casa aumentando la detrazione fino a concorrenza con la quota di imposta da pagare. Oltre il 40%, tra cui Trento e Rovereto, avevano stabilito una detrazione superiore ai 200 euro (per i due Comuni maggiori era pari a 258 euro). Per il restante 60%, invece, il Comune aveva deciso una quota inferiore a quella fissata dal decreto Salva Italia arrivando da 190 a 103,9 euro (il minimo possibile). Senza delibere di adeguamento, a perderci saranno con certezza tutti i cittadini dei Comuni che avevano detrazioni più elevate e a guadagnare quelli con detrazioni inferiori a 200 euro. Senza decisione del Comune, infatti, entrerà in vigore la cifra fissata dal decreto nazionale.

L'aumento per i proprietari.
Per una abitazione media nel Comune di Trento, senza una delibera che riporti a quota 258 euro la detrazione, l'aggravio sul dovuto all'amministrazione è di 87 euro. Una casa di sei vani (circa 80 metri quadrati) in zona semicentrale passerebbe infatti a dover pagare 287 euro contro i 200 del passato. Per una seconda casa a livello provinciale, se il Comune applicherà l'aliquota del 7,6 per mille, si avrà un rincaro che potrà arrivare quasi al doppio rispetto ad oggi: per una seconda casa turistica si arriverà a pagare anche 1.000 euro all'anno.

Lo spazio di manovra.
I Comuni potranno ridurre fino allo 0,2% l'aliquota dell'Imu sulla prima casa dallo 0,4% previsto dalla manovra. La conferma è arrivata ieri dal ministro per i rapporto con il parlamento Piero Giarda rispondendo al question time per conto del ministro dell'economia e delle Finanze. La possibilità di esentare dall'Imu le prime case per il cui acquisto è stato acceso un mutuo non ancora estinto «potrebbe essere presa in considerazione dal Comune nell'ambito della propria manovra finanziaria» ha detto Giarda.

I casi limite.
All'interno dei singoli Comuni ci sono casi in cui la detrazione era elevatissima e potrebbe anche non essere confermata. In particolare sono i Comuni turistici, quelli che hanno introiti molto elevati dalle seconde case dei non residenti e dagli alberghi, ad avere adottato detrazioni molto elevate. Riva del Garda, ad esempio, aveva in essere una detrazione sulla prima abitazione di 500 euro, molte amministrazioni della Val di Sole arrivavano a ridurre in assoluto tutto il dovuto da parte dei propri cittadini. Il fatto che una parte di quanto arriva dall'Imu andrà allo Stato rimette in gioco tutto.

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La casa è un diritto. Tassarla un sopruso.

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