martedì 9 agosto 2011

Volo su Vienna


La mattina del 9 agosto 1918, alle ore 05:50, dal campo di aviazione di San Pelagio (Due Carrare - Padova) partirono undici apparecchi monoplano- Il Maggiore Gabriele d'Annunzio, comandante della Squadra Aerea S. Marco, era nell'abitacolo anteriore. "D'Annunzio dimostrò ancora una volta che OSARE L'INOSABILE era il presupposto essenziale, assieme a valorosi aviatori che sapevano di rischiare ma non pensarono mai per un attimo di tirarsi indietro. Noi vogliamo elogiare anche a distanza di molti anni questi cavalieri del cielo che seppero coniugare coraggio e spregiudicatezza."

Nove compirono l'impresa, giungendo su Vienna alle 9:20 e lanciando 50.000 copie di un manifestino in italiano preparato da D'Annunzio dal testo piuttosto prolisso. Si decise quindi di lanciare anche anche 350 000 copie di un secondo e più pratico, manifestino tradotto anche in tedesco (vedi immagine). Il ritorno avvenne dopo poco più di 7 ore e mille chilometri di volo, sempre allo stesso aeroporto di partenza.

CasaPound Italia - Padova


Qui è riportato il manifesto preparato da D'Annunzio:
« In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge.
Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta.
La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l'impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco.
Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo.
Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino.
Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.
Viva l'Italia! »

Nessun commento:

Posta un commento