martedì 11 gennaio 2011

Va tutto molto bene

Gradimento amministratori: Andreatta e Dellai nella top ten italiana


TRENTO. Guadagnano posizioni rispetto al 2010 sia il sindaco di Trento che quello di Bolzano nella classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, curata dall'Ipr Marketing.

Per Alessandro Andreatta a Trento, lo scorso anno al nono posto della classifica, quest'anno c'è l'ottavo posto, insieme al primo cittadino dell'Aquila, Massimo Cialente. Quanto a Governance Poll per Andreatta non risultano variazioni, cioè resta al 62%, quindi costante nel calo subito rispetto al momento dell'elezione, quando i consensi erano del 64,4%.

Davanti ad Andreatta ci sono i sindaci di Firenze, Torino, Salerno, Verona, Sassari, Crotone, Bari e l'Aquila, quest'ultimo a parimerito.

Per Luigi Spagnolli, al suo secondo mandato a Bolzano, la salita in classifica è stata dal 106/o all'84/o posto, con una Governance Poll che fa segnare il 49,8%, in crescita rispetto al 47% del 2010 e quasi ai livelli della sua elezione, quando aveva il 50,4%.

Sono decisamente cresciuti rispetto all'anno precedente i consensi nei confronti del presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai. Emerge dalla sua posizione nella classifica pubblicata dal Sole 24 Ore, curata dall'Ipr Marketing.

Dellai si trova al sesto posto tra i presidenti di Province, a fronte del 23/o posto dello scorso anno, giungendo a un consenso del 60%: due punti in più rispetto al 2010 e tre in più rispetto a due anni fa, al momento dell'elezione.

A precedere Dellai nella classifica sono i presidenti di Province quali Caserta, Pordenone, Isernia, Catanzaro e Ravenna.

Non viene invece preso in considerazione per la Governance Poll il ruolo di presidente della Provincia autonoma di Bolzano, dal momento che l'elezione non è diretta. Avviene infatti a maggioranza assoluta del Consiglio. Allo stesso modo il sondaggio non considera il ruolo di presidente della Regione Trentino Alto Adige-Suedtirol, che vede l'alternanza dei due presidenti delle Province autonome.

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"Il Partito raccomandava di non badare alla prova fornita dai propri occhi e dalle proprie orecchie. Era l'ordine finale, il più essenziale di tutti. Il suo cuore ebbe un tuffo al pensie ro dell'enorme potere spiegato contro di lui, della facilità con cui ognuno dei cosiddetti intellettuali del Partito lo avrebbe potuto rovesciare sul tappeto della discussione, de gli argomenti sottili ch'egli non sarebbe stato in grado di comprendere, e tanto meno di controbattere con adeguate risposte. Eppure lui aveva ragione! Loro avevano torto e lui aveva ragione. Le cose ovvie, le cose semplici, le cose vere dovevano essere difese. Le verità evidenti erano vere, non ci potevano essere dubbi, su questo!" 1984 - G. Orwell

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