giovedì 13 gennaio 2011

Ordinaria Democratica Incivile Amministrazione

Appalti pubblici truccati a Trento: 24 indagati


TRENTO. Chiuse le indagini, alla fine sono 24 gli indagati per l'operazione «Carega» che aveva visto puntare la lente d'ingrandimento della procura e della guardia di finanza, sugli appalti per gli arredi pubblici in Trentino. Se Renzo Colombini (titolare della Habitat) è l'indagato più noto, nella lista si trovano stimati professionisti e anche funzionari pubblici. Nove le gare che sono il cuore dell'inchiesta. Le accuse che vengono mosse sono turbativa d'asta, rivelazione di segreto d'ufficio, truffa, e truffa. Le posizioni degli indagati sono diverse e l'unico accusato di estorsione è Renzo Colombini. Avrebbe infatti minacciato un fornitore di mutare le marche degli allestimenti e degli arredi inseriti nel capitolato per l'ex Manifattura tabacchi di Rovereto costringendo l'altro a cedere ad Habitat ad un prezzo più favorevole prodotti per i quali si era impegnato con un concorrente. Sempre per questo appalto sono indagati Pierluigi Peterlini (incaricato da Trentino Sviluppo di redigere il capitolato della gara) che avrebbe affidato all'Habitat la descrizione delle voci di capitolato lasciando che fosse l'impresa a scegliere gli arredi. L'architetto Fabrizio Capuzzo, invece, avrebbe affidato ad Habitat la descrizione delle voci dei computi metrici delle aree «Co.sbi» e «Open space». Altro appalto è quello per il nuovo asilo nido di Ziano di Fiemme. Indagati per turbativa Renzo e Alessia Colombini, Luca Masini, direttore dei lavori e socio della Sts Trentino Engineering (avrebbe affidato ad Habitat la redazione del capitolato relativo agli arredi in questo modo violando i doveri di riservatezza) e il segretario comunale Claudio Urthaler. Quest'ultimo aveva invitato alla gara altre 5 imprese: due non producevano la tipologia di arredi richiesta, una non aveva arredi per asili, una non aveva rappresentanti in provincia e l'ultima non ha partecipato per i tempi di consegna troppo brevi. Per l'appalto per il nuovo carcere di Spini, indagati sempre i due Colombini e gli architetti Andrea Tomasi e Paolo Margoni sia per turbativa d'asta che per truffa. Anche in questo caso, infatti, il capitolato sarebbe stato fatta dalla Habitat. Per le pareti divisorie necessarie alla creazione di quattro nuovi uffici al catasto e libro fondiario di Rovereto sono indagati Mauro Longo e l'imprenditore bolzanino Georg Puff. I due si sarebbe accordati con Colombini per «decidere» il vincitore della gara (Habitat). Indagata per rilevazione di segreto d'ufficio Paola Ricchi, responsabile del servizio urbanistica del comprensorio Alta Valsugana: avrebbe rilevato ad un dipendente di Habitat il nome delle aziende invitate alla gara per le sale Filanda e Senesi. Per gli arredi del nuovo polo scolastico del comune di Pejo la procura ha indagato i Colombini e Massimo Festi cui era affidata la predisposizione del progetto delle opere di arredo, predisposizione che da quest'ultimo avrebbe invece affidato ad Habitat. Per l'appalto per gli arredi della nuova sede di Malè dell'Apt delle valli di Sole, Pejo e Rabbi, indagati Luciano Rizzi, Attilio Gregori (presidente e direttore dell'Apt) la dipendente Manuela Zanella, Luciano Bezzi (progettista e direttore lavori) e Franco Biasi, conoscente di Colombini. Tutti sono accusati di turbativa d'asta, Rizzi anche di rilevazione di segreto d'ufficio. Per l'appalto della biblioteca della Fondazione La Biennale di Venezia indagati vari imprenditori per turbativa d'asta. Per la biblioteca di Manerba del Garda, nei guai anche due funzionari pubblici.

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...ma la mafia non esisteva solo al sud?

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