venerdì 29 ottobre 2010

Qua qua qua

TRENTO 29/10/2010 - L'ex preside di Giurisprudenza, il professor Roberto Toniatti, siede nell'ambulanza del 118 che lo sta per portare al Pronto Soccorso: è scosso sì, ma non al punto da perdere l'ironia. È coperto di un liquido rosso a prima vista del tutto simile al sangue. Anzi, identico al sangue. Professore, è ferito? «No, per fortuna no. Ed è meglio essere coperti di vernice che di sangue. Certo che questa cosa puzza maledettamente e sono preoccupato soprattutto per quello che sto respirando».
In effetti l'odore è nausebondo. Toniatti è coperto dalla testa ai piedi di vernice. I capelli, il volto, la giacca sul lato destro. Non drammatizza ma la sorpresa per il blitz di ieri sera del gruppo di anarchici arriva fino allo shock. Vero, l'argomento era esplosivo: le missioni di pace all'estero e il preside di Sociologia, Bruno Dallago, dice che qualche segno che faceva tenere proteste clamorose si vedeva da qualche tempo.
«Io capisco il dissenso - afferma - . Ma fatti come questi non sono assolutamente tollerabili. Non lo sono perché ci obbligano a chiudere le facoltà. Invece, io voglio che questo splendido palazzo, che è stato ristrutturato non con i soldi dei capitalisti, ma della gente comune quella, come si sa, che in questo Paese paga le tasse fino in fondo, rimanga aperto. Guai se non fosse così! Se l'università si chiude alla società muore. È un luogo di confronto, se non fa questo diventa inutile, completamente inutile».
Tra i ragazzi che hanno compiuto il blitz c'era qualche studente? «Non mi sembra - afferma il preside. - Anzi, sono sicuro che si tratta di gente di fuori. Questa è stata un'azione da commandos, pensata e organizzata. No, non penso che si tratti di studenti di questa facoltà e neppure giovani che frequentano l'ateneo. Tra l'altro ho notato che tra i sei che hanno fatto questo atto c'era qualcuno che proprio giovanissimo non è. Gente che ha superato la trentina». Il professor Bruno Dallago è preoccupato per le ripercussioni di questa vicenda. «Per questo - afferma - ci costituiremo parte civile nel processo. Abbiamo già consegnato il filmato alle forze dell'ordine dove si vede tutta la scena dell'aggressione. Ma quello che sto provando ora è soprattutto un senso di scoramento perché azioni del genere vogliono portarci a blindare le facoltà. E io non voglio che questo palazzo sia aperto ai cittadini, che non si debba essere costretti a mostrare i documenti per accedervi». Ma le università sono anche il luogo dei contrasti, da sempre.

Bruno Zorzi

1 commento:

  1. A volte c'è da domandarsi cosa abbiano nella testa questi sedicenti 'anarchici'...

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